Comune di Rende sciolto per mafia. Il tramonto della vice sindaca amica di Potere Operaio

28 Giu 2023 17:03 - di Giulio Fioretti

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro Piantedosi, ha sciolto ieri per infiltrazione mafiosa il comune di Rende, uno dei più importanti centri della Calabria. Rende sarà ora retta da una triade commissariale per un periodo di 18 mesi che potrebbe essere procrastinato sino a 24. La decisione è arrivata dopo la relazione della commissione prefettizia inviata dopo l’operazione Reset, del 1 settembre scorso, che portò agli arresti dell’allora primo cittadino, Marcello Manna e di diversi amministratori. Rende è la sede dell’Università degli studi della Calabria, la prima della regione. La sua fortuna è dovuta alle amministrazioni a guida di Francesco e Sandro Principe, padre e figlio, ex deputati e sottosegretari socialisti, che contribuirono fortemente all’espansione urbanistica della città negli anni settanta e ottanta.

Solo FdI e Cinquestelle all’opposizione

Manna, riconfermato il 2019, era sostenuto da liste civiche con esponenti di tutti i partiti dell’arco costituzionale, ad eccezione di Fratelli d’Italia e Cinquestelle. La vice sindaco inziale( poi sospesa dalla magistratura) era la segretaria di sezione del Pd, Annamaria Artese. Dopo la condanna in primo grado a 2 anni e otto mesi  per corruzione giudiziaria con il giudice Marco Petrini, emessa dal tribunale di Salerno lo scorso 23 maggio, Marcello Manna era stato sospeso per un anno dalla prefettura. Al suo posto, come vicaria, la vice sindaca Marta Petrusiewicz.

Compagna di Franco Piperno

Marta Petrusewicz  ha insegnato storia moderna all’Università della Calabria e alla City University of New York. Costretta all’esilio dalla sua nativa Polonia, ha studiato in Italia e negli Stati Uniti. La sua biografia riporta che è figlia di due ebrei deportati dai nazisti. Ma l’aspetto più importante della vita della vice sindaca, che ha rifiutato di dimettersi, è che è stata vicina a Potere Operaio e compagna di vita per un lunghissimo periodo d uno dei suoi leader, Franco Piperno.

Le nuove accuse della DDA

La Dda di Catanzaro, nella giornata di oggi, ha  presentato nuove intercettazioni contro gli ex amministratori Marcello Manna, Pino Munno e gli altri imputati coinvolti ,da Eugenio Filice e alcuni esponenti della famiglia D’Ambrosio, nelle vicende giudiziarie strettamente collegate al comune di Rende. La documentazione arriva dalla Dda di Salerno e nella scorsa udienza i magistrati antimafia del capoluogo di regione ne hanno chiesto l’acquisizione.

Ricorso al Tar

“Oggi, come ieri, non abbiamo nulla da temere. Abbiamo sempre agito con trasparenza per il bene comune, per la nostra città. Dimettersi, questo sia chiaro a chi oggi canta vittoria disconoscendo le basilari norme del diritto e senza rendersi conto del danno fatto a questo municipio, non avrebbe cambiato il corso di una storia, purtroppo già scritta”. E’ quanto sostengono il presidente del Consiglio comunale e i consiglieri di maggioranza di Rende. “Non appena conosceremo le motivazioni di tale provvedimento, intraprenderemo ogni azione legale necessaria a ripristinare la verità. Siamo certi, come già successo, che il tempo ci darà ragione”, conclude la nota facendo prefigurare un ricorso al Tar del Lazio contro il provvedimento emanato ieri sera dal governo.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *