Covid, Conte e Speranza salvati dal tribunale dei ministri. Porro: gli elettori li hanno già giudicati
Covid, per Conte e Speranza è tutto archiviato. Il tribunale dei Ministri ha archiviato l’inchiesta nei confronti dell’ex premier Giuseppe Conte e dell’ex ministro della Salute Roberto Speranza indagati a Bergamo per omicidio colposo ed epidemia colposa per la gestione delle prime fasi della pandemia. La decisione arriva dopo che la procura di Brescia aveva chiesto l’archiviazione e dopo che i due politici indagati si erano difesi davanti ai giudici.
Covid, l’accusa a Conte e Speranza sulla mancata zona rossa
L’accusa riguardava la mancata istituzione della zona rossa a Nembro e Alzano Lombarda e il mancato aggiornamento del piano pandemico influenzale, datato 2006.
“Agli atti manca del tutto la prova che le 57 persone indicate nell’imputazione, che sarebbero decedute per la mancata estensione della zona rossa, rientrino tra le 4148 morti in eccesso. Le quali non ci sarebbero state se non ci fosse stata la zona rossa”. Lo scrivono i giudici del Tribunale dei Ministri di Brescia. “Il prof. Crisanti – si legge nel passaggio successivo – ha compiuto uno studio teorico. Ma non è stato in grado di rispondere circa il nesso causale tra la mancata attivazione della zona rossa e la morte di persone determinate”.
Speranza: sono molto sollevato, io ho fatto il possibile
“Il tribunale di Brescia ha appena archiviato il procedimento a carico mio e di Giuseppe Conte relativo alla gestione della pandemia. Sono molto sollevato da questa decisione”, ha scritto su Facebook l’ex ministro Speranza. Che aggiunge: “L’Italia, pur tra mille difficoltà e colpita per prima in Occidente, ha dimostrato durante l’emergenza Covid di essere un grande Paese. Personalmente ho fatto davvero tutto il possibile in quei giorni terribili per difendere la salute degli italiani”.
Dopo la chiusura delle indagini, durante diversi mesi, i pm hanno iscritto quasi tutti i vertici politici dello Stato, del ministero della Salute e di Regione Lombardia nel registro degli indagati. Il fascicolo riguardante i ministri, come da legge, è passato nelle mani dei colleghi di Brescia dove un Tribunale apposito ha valutato le scelte operate da Conte e Speranza nell’adempimento dei loro compiti governativi.
Molti si sono chiesti – ha commentato Nicola Porro sul suo blog – “che senso avesse dirimere la questione della gestione del Covid in tribunale. La “sentenza” sulla stagione del Conte II gli elettori l’hanno già data, trombandoli alle elezioni”.
Delusi e amareggiati i familiari delle vittime
Si dicono “delusi e e amareggiati” i familiari delle vittime del Covid19. In una nota, i familiari delle vittime aderenti all’associazione #Sereniesempreuniti, scrivono: “Ancora una volta ci è stato negato di poter conoscere la verità sulla morte dei nostri cari e di migliaia di persone. Che, come emerso dalle risultanze della coraggiosa indagine della Procura di Bergamo, si sarebbero potute salvare”.
Questa archiviazione, prosegue la nota, “è uno schiaffo in faccia a tutti noi e all’Italia intera. Che si merita un sistema politico e di giustizia più trasparente. Siamo intransigenti con quanto fatto dalla Procura di Brescia e dal Tribunale dei Ministri: l’archiviazione è un vilipendio alla memoria dei nostri familiari”.
Consuelo Locati, del team legale dei familiari, afferma: “Siamo amareggiati per la decisione che va in senso opposto alle risultanze cui era pervenuta la Procura di Bergamo dopo tre anni di indagini. Attendiamo di conoscere le motivazioni addotte a fondamento della richiesta”.