Crosetto: “Putin ferito è più pericoloso, noi con Kiev sempre. Santanchè? Solo dossieraggio “
Non ostenta ottimismo né facili entusiasmi il ministro della Difesa Guido Crosetto, all’indomani del tentato golpe del leader della Wagner Prigozhin: «È il sismografo di una guerra interna, di lotte intestine, di un establishment in ebollizione che si ritaglia spazi di potere anche personale, E che mostra una evidente debolezza di Putin», dice in una intervista al Corriere della Sera. Le speranze dell’Ucraina, su un possibile cambio di scenario nella guerra, non trovano conferme nell’analisi di Crosetto. «Sul fronte occidentale non è cambiato nulla. La Russia continua a lanciare missili: lo ha fatto anche sabato. Questo e non solo questo significa che dobbiamo restare a fianco di Kiev, ma accanto all’aiuto serve sempre, e sempre di più, la ricerca di una via d’uscita diplomatica».
Crosetto, Putin e il caos in Russia
Il ministro analizza così lo scenario: «Sta andando avanti uno scontro tra milizie private, cresciute nel tempo, e le forze armate pubbliche. È difficile per tutti prevederne gli esiti e capirne le logiche profonde, ma una cosa è certa: gli eventi hanno messo in luce una debolezza cronica della Russia. A noi deve interessare quali saranno le conseguenze su di noi e sull’Ucraina. Chiaro che la mediazione è dello stesso Putin, attraverso Lukashenko, ma anche se la sua immagine è scalfita mi chiedo: una bestia ferita è più mansueta o più pericolosa perché pronta a reazioni scomposte? Perché la guerra, anche nelle ultime difficili ore, non si è mai fermata. Quindi, ancor più oggi di ieri, all’Ucraina serve il nostro aiuto, ma serve anche il massimo sforzo da parte di tutti per una soluzione diplomatica».
Le tensioni nel governo: “Nessuno scontro nel governo”
Tensioni nella maggioranza? Nel governo non sta accadendo nessuna faida, né sul Mes né su altro. E la Meloni non minaccia alcuna crisi di governo: “Non ci credo assolutamente, lei non ragiona così, non porta via la palla mentre si gioca. Io comunque queste terribili tensioni di cui si parla non le sento, non le vivo. C’è qualche braccio di ferro, ma mi preoccuperei se in una maggioranza non ci fossero. Sono fisiologiche tra alleati”. Sul Mes, invece, “siamo chiamati a una decisione”. “Noi avevamo una posizione storica anni fa, poi lo strumento si è evoluto. Si deve discutere tra noi su quanto l’Europa reputi lo strumento necessario e come lo vediamo noi del centrodestra come coalizione e come governo. Bisogna ragionare su vantaggi e svantaggi, senza pregiudizi. È vero che chi finora ha utilizzato questo fondo ne è uscito massacrato, ma è anche vero che oggi le norme sono diverse, il Mes è anche uno strumento per le crisi fondiarie, diverso dal passato. Per questo bisogna sedersi e ragionare: il ministro Giorgetti è migliore dei migliori ministri europei, conosce le cose, i rischi veri, e spetta a lui spiegare alla maggioranza la sua idea ed indicare la via che ritiene giusta».
E sul caso Santanchè? “Mi ha davvero stufato questo andazzo. Qualcuno confeziona un dossier con strumenti di analisi, di indagine e giuridici che un giornalista pur bravo non può avere e, senza verifiche, una trasmissione — per Report non è la prima volta — lo rilancia, i giornali amici lo cavalcano, tutto si pompa e diventano fatti politici. L’ho visto fare mille volte. Sono davvero stufo”.