Dai giovani di FdI applausi a Tajani e cori per Silvio. “Sui migranti la Ue troverà la quadra”

30 Giu 2023 13:16 - di Monica Pucci

Applausi per lui, all’ingresso nella sala dibattiti, cori per Berlusconi alla festa di Gioventù nazionale. ”Ragazzi combattete per le vostre idee. Perché chi combatte credendoci vince, come diceva Silvio Berlusconi”, ha detto il premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani ai giovani di Fratelli d’Italia durante il suo intervento a “Fenix”. ”Ho iniziato a combattere per le mie idee quando avevo 12 anni e oggi sento dentro di me quello che sentivo allora, la stessa voglia di combattere. Perché la spinta è dentro il cuore”, ha affermato Tajani. ”Combattete per le vostre idee”, ha insistito, affermando che ”i voltagabbana sono destinati a perdere”. Applausi, ancora. E ancora cori per “Silvio”.

Orgoglio Italia nella Ue

L’Italia a testa alta nella Ue è stata il tema centrale dell’intervento di Tajani. ”Difendere alcune posizioni politiche non vuol dire essere antieuropeisti’. ‘Quello che dice la commissione europea quando parla di politiche ambientali non è Vangelo” e le ”proposte legislative vanno discusse in Parlamento. Perché discutere le proposte non vuol dire essere antieuropeisti, ma essere più europeisti”, ha proseguito il vicepremier.

Il vice premier ha quindi parlato delle ”radici cristiane” dell’Europa, ”questa è la realtà, anche per i non credenti come ha scritto Benedetto Croce”. Perché ”avere una identità non vuol dire non dialogare con atri e chiudersi in se stessi, anzi – prosegue Tajani -. Con questo governo abbiamo ripreso un ruolo importante a Bruxelles, giochiamo un ruolo importante nei Balcani, siamo tornati protagonisti nell’Africa del nord, abbiamo rafforzato i rapporti con gli Stati Uniti, guardiamo con attenzione all’America Latina, vogliamo avere un rapporto con la Cina”.

A “Fenix” Tajani parla di Mes, Europa e libertà

“Abbiamo chiesto insieme di rinviare di altri quattro mesi anche per quanto riguarda il patto di stabilità e l’unione bancaria. Io non sono contrario al Mes, ma ci sono troppe cose che non funzionano. Abbiamo anche messo nero su bianco la richiesta di rinvio e riteniamo che uno strumento come il Mes debba essere controllato anche da parte del Parlamento e della Commissione europea. Discuterne non vuol dire preoccuparsi, la nostra è solo un’obiezione europeista”, aveva spiegato poco prima Tajani a margine di Fenix, commentando la decisione presa, negli stessi minuti, dal centrodestra alla Camera.

La Ue e l’accordo sui migranti

“Noi andiamo avanti nella nostra direzione di trovare un accordo a livello comunitario, poi altri paesi si muovono come ritengono più opportuno fare. In questa fase serve solidarietà europea” ha poi spiegato il ministro degli Esteri commentando i veti sull’accordo del Consiglio europeo sulla questione migranti. “Mi auguro che Ungheria e Polonia siano più ragionevoli su questo punto di vista. Fi ha perplessità su voto unanime al Consiglio europeo, bisognerebbe avere voto di maggioranza”, ha aggiunto Tajani. “Se crediamo nell’Ue dobbiamo pensare che gli stati membri da soli non possono affrontare la questione migratoria. Serve un’azione corsa di tutti i membri”, ha concluso Tajani.

L’Italia che torna protagonista

”L’Italia torna a essere protagonista e a qualcuno può dare fastidio”. Ma è ”l’Italia del saper fare” ed ”è giusto che possa contare il giusto nell’Unione europea. Non dobbiamo essere megalomani, ma neanche sottovalutarci”, ha affermato il titolare della Farnesina, secondo il quale ”dire la nostra non significa imporre una nostra posizione, ma non farci imporre quella di altri”.

Gli italiani, ha proseguito, sono ”figli di una grande storia, una grande cultura. Siamo il secondo Paese manufatturiero dell’Europa e dal primo gennaio avremo la guida del G7”. Oltre ad avere ”quattro milioni di piccole e medie imprese”, Tajani ha sottolineato che l’Italia ha ”la capacità di dialogare con tutti, anche nei territori più difficili. I nostri militari sono apprezzati nel mondo perché sanno rapportarsi con le realtà territoriali in cui arrivano. Sanno immedesimarsi nella realtà del territorio”.

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