Emanuela Orlandi, la svolta a un passo. Diddi in tv: “Trovate carte sfuggite negli anni e dati mai lavorati”
Proprio oggi che ricorre il quarantennale della scomparsa di Emanuela Orlandi, il Promotore di giustizia del Vaticano, Alessandro Diddi, esce dal proverbiale riserbo fin qui tenuto, e ai microfoni di Tg1 Mattina Estate annuncia un’accelerata sul caso: «Abbiamo trovato dei dati che non erano mai stati lavorati. E credo che adesso sia il momento per portare a compimento questo nuovo filone di indagini». E ancora: «In pochi mesi abbiamo raccolto molte carte che forse erano sfuggite negli anni passati agli inquirenti. Le abbiamo messe a disposizione della Procura di Roma, con la quale per la prima volta in tanti anni è nato uno spirito di collaborazione per svolgere le indagini».
Emanuela Orlandi, Diddi: «Raccolte carte sfuggite negli anni e dati mai lavorati»
Non solo. Unitamente alle sorprendenti e rassicuranti parole di Diddi in tv, arriva anche una nota dall’Ufficio del Promotore di giustizia del Vaticano. Parole che riaccendono la speranza: «In merito alla vicenda di Emanuela Orlandi, nei mesi scorsi questo ufficio ha raccolto tutte le evidenze reperibili nelle strutture del Vaticano e della Santa Sede. Anche cercandone attestazione tramite conversazioni con le persone responsabili di alcuni uffici all’epoca dei fatti».
«Piste di indagine meritevoli di approfondimento»
Eancora. «L’Ufficio ha proceduto all’esame del materiale, confermando alcune piste di indagine meritevoli di ulteriore approfondimento. E trasmettendo tutta la relativa documentazione, nelle scorse settimane, alla procura di Roma, perché questa possa prenderne visione e procedere nella direzione che ritiene più opportuna. Il Promotore – conclude quindi la nota –proseguirà la sua attività in questo senso nei mesi a venire. Vicino al dolore della famiglia di Emanuela. E consapevole della sofferenza che si prova per la scomparsa di un congiunto».
Emanuela Orlandi, le nuove carte trovate in Vaticano riaprono il caso
Una novità, quella annunciata da Diddi e confermata dalla nota del suo ufficio, che sembra indicare che le acque si stanno smuovendo. Acque ristagnanti da quattro decenni, che hanno avvolto nel più fitto dei misteri la scomparsa della giovane cittadina vaticana. Un sequestro e una sparizione risucchiati in un gorgo senza fondo di depistaggi e strumentalizzazioni, su cui ora piove un impulso alla ricerca della verità, che il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, sta incessantemente cercando di attivare dal minuto dopo la sparizione della sorella.
Una scomparsa funestata da depistaggi e strumentalizzazioni
Una vicenda intricata, quella del sequestro Orlandi, funestata da depistaggi e dirottamenti che hanno minato le ricerche e sospeso interrogativi e sospetti. Allontanando per 4 decenni la verità su uno dei cold case più inquietanti della cronaca del Bel Paese. Un caso in cui, piste che spuntano come funghi dopo una pioggia. Messaggi criptici. Audio dubbi e lettere anonime, hanno fin qui alimentato ombre e tesi investigative che finora non hanno portato a individuare colpevoli certi e manovalanza asservita.