Emanuela Orlandi sepolta nei sotterranei di Castel Sant’Angelo? La furia di Pietro: frottole e assurdità
È pura follia. Com’è possibile che gli venga data tutta questa attenzione?». Pietro Orlandi non ci sta, e rispedisce al mittente la rivelazione dell’ex carabiniere Antonio Goglia, secondo cui sua sorella Emanuela sarebbe sepolta nei sotterranei di Castel Sant’Angelo assieme a Mirella Gregori. Un sospetto che l’ex militare, impiegato comunale di San Giorgio a Cremano, ha formulato in una lettera inviata al sostituto procuratore Stefano Luciani, incaricato di riaprire le indagini sul mistero della scomparsa della giovane cittadina vaticana. Un mistero lungo 40 anni… Una ipotesi, quella di Goglia, rilanciata da Italia Oggi nell’edizione di ieri che pubblica il contenuto della missiva. Ma procediamo con ordine.
Emanuela Orlandi, l’ultima “rivelazione” nella lettera di un ex carabiniere
Nella lettera in oggetto, che l’Adnkronos riporta in un suo passaggio, si legge: «Avendo condotto studi approfonditi e basandomi su fatti concreti che al momento ritengo preferibile non porre in evidenza, vi comunico che nei sotterranei del Castel Sant’ Angelo, dietro una porta rinforzata dovrebbe trovarsi una stanza di circa 20 metri quadri. Nella quale dovrebbero trovarsi resti umani, compresi quelli di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. La struttura dovrebbe ricadere sotto l’Autorità del Comune di Roma, e perciò non dovrebbe essere difficile approntare un sopralluogo. Mi assumo tutta la responsabilità di quanto dichiaro e sono pronto a risponderne civilmente e penalmente».
«Sepolta nei sotterranei di Castel Sant’Angelo assieme a Mirella Gregori?»
All’annuncio della ennesima pista spuntata a 40 anni di distanza da quel terribile 22 giugno del 1983, giorno del sequestro e della sparizione di Emanuela Orlandi, il fratello Pietro insorge, sconcertato e indignato. E commentando le dichiarazioni dell’ex carabiniere, tuona: «È pura follia, com’è possibile che gli venga data tutta questa attenzione?». E ancora: come riferisce tra gli altri il sito dell’Ansa che rilancia le parole del fratello di Emanuela che da sempre si batte per la ricerca della verità. Parole che mescolano all’incredulità e alla diffidenza, anche la rabbia per la confusione che, «in un momento particolare come questo» potrebbe crearsi.
La rabbia del fratello di Emanuela, Pietro Orlandi
Un momento in cui, è chiaro il riferimento di Orlandi, per la prima volta, con una inchiesta del Vaticano e la conseguente riapertura delle indagini da parte della Procura di Roma, si attiva una collaborazione, sempre negata in passato. Una inedita sinergia tra Santa Sede e magistratura ordinaria. Ossia, un momento in cui si è rinnovato un impulso alla ricerca della verità che il fratello di Emanuela sta incessantemente cercando di attivare dal minuto dopo la sparizione della sorella. Una vicenda intricata, funestata da depistaggi e dirottamenti che hanno minato le ricerche e sospeso interrogativi e sospetti. Allontanando per 4 decenni la verità su uno dei cold case più inquietanti della cronaca del Bel Paese.