Enrico Ruggeri: “La Meloni sa scegliere le persone, ha costruito una bella squadra”
Meloni? «È bello vedere qualcuno che ce la fa dal basso. Essendo una donna dovrebbe far piacere a tutti». Sincero Enrico Ruggeri, come sempre. Parla del suo lavoro, della sua musica, del suo allontanamento dalla Rai, di calcio, di politica. In un’intervista a tutto tondo a Libero non si sottrae a formulare giudizi. Chissà cosa accadrà. La sua collega Arisa per aver detto che le piace Meloni perché “ha la cazimma” è stata travolta dalle ire funeste. Certo Ruggeri se ne infischierebbe, nel caso le sue parole dovessero urtare le anime belle che predicano la libertà di pensiero a corrente alternata.
Enrico Ruggeri: “Meloni ha costruito una bella squadra”
Enrico Ruggeri fresco di compleanno – 66 primavere- affronta il discorso politico con molta tranquillità. Ci sta -dice che le opposizioni critichino, ci mancherebbe. E su Giorgia Meloni afferma: “Però resta che è una donna che ha preso un partito al 2% e lo ha portato ad essere il primo partito d’Italia. Certamente sapendo scegliere le persone vicine a lei. E costruendo una bella squadra». E del fare squadra è uno che se ne intende, visto che è un punto fermo della Nazionale Cantanti che si spende in tante opere benefiche. Non sfugge alla domanda “indiscreta” di Daniele Priori, ossia se è stato sfavorito dall’etichetta che la vorrebbe un cantante di destra:
Enrico Ruggeri: “La sinistra vince solo nella ztl”
«Certo -risponde- . Non sono uno che ha frequentato i salotti della sinistra. Questo è vero. Però negli anni ’80 andavo tranquillamente a suonare ai Festival dell’Unità; che aveva una connotazione di massa più che politica. Con tutto il rispetto, le persone di sinistra allora andavano con piacere a cuocere le salsicce gratis per Berlinguer. Quello era il partito della gente. Quello di oggi no. Ci sarà un motivo se a Milano la sinistra vince nella ztl e nei quartieri dimenticati vince la destra…».Un’analisi spietata del mondo attuale della sinistra a trazione Pd. Non è il solo, Enrico Ruggeri, a rivolgere una critica analoga, più urticante ora in un momento di palese difficoltà della segretaria.
“Io ostracizzato dalla sinistra in Rai”
Il discorso vira poi sul Festival di Sanremo e quindi sulla Rai: «Le tappe fondamentali della mia carriera sono passate da Sanremo. Il primo approccio l’ho avuto con Contessa con i Decibel e poi l’ho rivinto anche da solo con Mistero». Ma ad incuriosire sono le indiscrezioni che portano in auge il suo nome nella partita dei palinsesti che sta per varre viale Mazzini? Le voci corrono. E poco tempo fa, il 23 maggio a domanda precisa – se fosse pronto a tornare in Rai, magari anche al posto di Fazio- rispose: “Se avessi quella macchina da guerra che ti consente di avere quegli ospiti volentieri: anche perché dubito che Obama sia stato a ‘Che tempo che fa’ unicamente perché c’era Fazio”.
“Rai? Mi fa piacere sentire delle voci su di me”
Dunque risponde di nuovo: «Le sento anche io le voci e mi fa piacere sentirle. Spero non siano solo voci. Purtroppo non so molto di più. È evidente che essendo venuta a mancare quella parte che per anni mi aveva ostracizzato e impedito fisicamente di mettere piede in Rai, può darsi che succeda qualcosa diciamo…». Nel frattempo si gode il successo del suo brano Dimentico, struggente canzone sull’Alzheimer; e la finale di Champions, lui interista sfegatato. La guarderà «a casa con i miei figlia», come tradizione familiare. In attesa di un’altra partita, domenica 11, quando tornerà in campo con la sua Nazionale cantanti.