Fallaci alla maturità, finalmente valorizzato il pensiero di una giornalista coraggiosa
Questa mattina sono iniziati gli esami di maturità. Finalmente si è tornati all’era pre-Covid: 536.008 studenti si sono trovati ad affrontare la prima prova scritta di italiano. Una delle 3 tracce della tipologia B, testo argomentativo, verteva su Oriana Fallaci e il suo capolavoro di giornalismo “Intervista con la storia”.
Ci voleva un nuovo clima culturale perché finalmente venisse riconosciuta la grandezza di Oriana Fallaci, imprescindibile figura della nostra storia. Donna piena di coraggio, la Fallaci è stata la prima donna italiana ad andare al fronte come inviata speciale. Giornalista e scrittrice, partecipò come reporter durante l’invasione statunitense del Vietnam, criticando sia i Vietcong che i comunisti.
Memorabili le interviste che hanno segnato la sua lunga carriera e che le hanno permesso di scrivere pagine su alcune delle personalità più influenti in Italia e nel mondo, sia in ambito politico che artistico. Basti citare nomi come Pier Paolo Pasolini, il leader del Partito socialista Pietro Nenni, il segretario del Partito comunista Enrico Berlinguer, il regista Federico Fellini, il leader della Democrazia Cristiana Giulio Andreotti, il generale e rivoluzionario comunista vietnamita Vo Nguyen Giap, il leader dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina Yasser Arafat, la leader indiana Indira Gandhi, il leader cinese e successore di Mao Zedong, Deng Xiaoping, il diplomatico statunitense Henry Kissinger, il dittatore della Libia Muammar Gheddafi, l’ultimo scià di Persia Reza Pahlavi e il primo dittatore dell’Iran ed estremista islamico Ruhollah Khomeyni.
Quest’ultima intervista diede avvio ad un profondo cambiamento nella vita di Oriana Fallaci che intraprese una strenua battaglia di libertà per le donne. Per intervistare Khomeyni la Fallaci fu costretta a indossare il velo e ad affrontare i pregiudizi del dittatore islamico. Ma non arretrò di un passo, quell’intervista doveva portarla a casa. Una linea identitaria che la Fallaci perseguirà a seguito degli attacchi di Al Qaida agli Stati Uniti dell’11 settembre 2001.
Ai maturandi di quest’anno è stato proposto un passo del suo libro “Intervista con la storia”. Un insieme delle sue conversazioni con alcuni dei personaggi citati sopra tra la fine degli anni Sessanta e la fine degli anni Settanta. Il testo inizia con l’intervista a Kissinger e si conclude con quella a Panagulis, leader della resistenza greca contro il regime dei Colonnelli e suo compagno di vita per anni.
Una traccia che avrei scelto senza esitazioni. Portare gli scritti della Fallaci fra i banchi di scuola è un atto dovuto alla sua inestimabile grandezza che fa tirare un sospiro di sollievo. Era ora! Ricordo ancora quando anni fa mi regalarono quel libro, oggi oggetto di esame. Fu l’inizio di una passione smisurata per la sua scrittura, il suo genio, il suo coraggio, la sua capacità di essere vera, anticonformista, di rischiare la vita per difendere il suo “scomodo” pensiero. Uno schiaffo a quella sinistra che ha sempre voluto negare la sua grandezza.