“Fenix”, Musumeci: “La politica è un sacerdozio laico”. Poi la standing ovation per Borsellino (video)
La standing ovation è arrivata pressoché immediatamente. Il ministro Nello Musumeci, ospite di Fenix per l’intervista su “Il mare: la nostra carta vincente”, prima di entrare nel merito della sua materia, ha infatti voluto rivolgersi ai ragazzi di Gioventù nazionale parlando dell’importanza della militanza giovanile, alla quale lui stesso deve la sua formazione politica. In questo contesto ha ricordato anche l’ultima volta che “a Catania ho potuto ascoltare Paolo Borsellino“, suscitando l’applauso della platea di giovani che si è alzata in piedi.
“Il presidio giovanile – ha detto Musumeci – ha sempre rappresentato punto di riferimento certo. Il partito può avvertire momenti di crisi, può avere difficoltà di penetrazione in settori dell’elettorato, ma giovani sono sempre presenti nelle piazze, nelle manifestazioni, nelle scuole, nelle università”. È “una costante della storia della destra italiana, che conferma – ha spiegato Musumeci – che voi vi candidate a essere il presente e il futuro del Paese, la classe dirigente che garantisce la continuità ideale e politica della destra italiana”.
Una classe dirigente che, ha avvertito Musumeci, non si costruisce sul censo, sulle amicizie, sull’accesso alle opportunità, ma “sulla tenacia, sulla perseveranza, sulla voglia di studiare e di considerare l’avversario sempre e solo un avversario, mai un nemico, anche quando lui si comporta come tale”. “Mai – è stato poi il monito di Musumeci ai ragazzi di Gn – lasciarsi sedurre dal Palazzo. Mai. Noi siamo per il governo, non per il potere, che è il governo senza doveri. Per noi – ha ricordato ancora il ministro – i doveri vanno reclamati prima ancora dei diritti”. La politica, ha proseguito Musumeci, è “un sacerdozio laico”, qualcosa che comporta sacrifici, disponibilità verso gli altri, capacità di rialzarsi di fronte alle cadute. “Ci tenevo a dirlo subito, perché guardandovi torno indietro di mezzo secolo e riprovo stessa emozione di quando ero nella Giovane Italia ed ero io ad ascoltare gli altri”, ha quindi spiegato il ministro, ricordando poi l’incontro con Borsellino prima di iniziare a parlare, rispondendo alle domande di Ernesto Sica dell’esecutivo nazionale di Gn, di mare e del perché un ministero dedicato rappresenta un cambio di prospettiva necessario.
“L’Italia non ha mai capito di essere un Paese marinaro, e infatti è una cosa che non si studia neanche a scuola. Si tratta di un deficit da recuperare, perché il mare è motore di crescita e sviluppo e dobbiamo riuscire ad affermarlo con forza: non deve più succedere – ha avvertito Musumeci – che le navi che arrivano da Suez vadano a Gibilterra”. “Devono fermarsi da noi”, ha chiarito Musumeci, chiarendo con questo esempio pratico la portata strategica dell'”intuizione” di Giorgia Meloni di voler istituire un ministero del Mare con funzione di coordinamento tra tutti i ministeri, una decina, che hanno competenze sul settore. “Mancava una strategia unitaria, che ora c’è”, ha spiegato il ministro, chiarendo che il ruolo del suo dicastero è quello di strumento per la realizzazione del “piano nazionale per il mare”.