Francia, terza notte di violenze: 667 i fermati. Arrestato l’agente che ha sparato: omicidio volontario

30 Giu 2023 8:43 - di Lorenza Mariani
Francia

Quella appena trascorsa è stata la terza notte di guerriglia per le strade della Francia, da Nanterre a Marsiglia, dove è stato necessario evacuare il porto. La morte del 17enne Nahel, ucciso da un agente di polizia a un posto di blocco di Nanterre ha scatenato una rabbia e una mobilitazione di piazza che sta mettendo a ferro e fuoco diverse città, travolte da disordini e caos delle proteste. Secondo il ministro dell’Interno Gerard Darmanin, finora sono state fermate 667 persone in relazione ai disordini, mentre in tutto il Paese sono stati dispiegati 40mila tra gendarmi ed agenti di polizia. Tensione e preoccupazioni non consentono di abbassare la guardia: e per oggi alle 13 il presidente francese Emmanuel Macron ha convocato una nuova riunione della cellula di crisi. La seconda in due giorni. Un dato che indicherebbe che l’inquilino dell’Eliseo, che si trova a Bruxelles per il Consiglio europeo, potrebbe accorciare la sua presenza al vertice per rientrare a Parigi.

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Intanto, ieri a tarda sera il poliziotto che ha ucciso martedì il 17enne di origine algerina, attraverso il suo legale Laurent Frack Lienard, si è detto «devastato» per la morte del ragazzo. «Le prime e le ultime parole che ha pronunciato sono state le scuse alla famiglia», ha fatto sapere.  Il fermo è scattato con l’accusa di “omicidio volontario“. L’uomo si trova in detenzione provvisoria in carcere. La Procura non ha ravvisato «condizioni legali per l’uso dell’arma da fuoco» da parte del poliziotto, e ne ha quindi chiesto il fermo. Un provvedimento tempestivo, che il legale dell’agente, Laurent-Franck Liènard, ha contestato su Facebook, postando: «Il mio cliente è andato in prigione per aver sparato un colpo che pensava fosse necessario sparare. Con l’arma che gli era stata consegnata dallo Stato per garantire la sicurezza sua e dei suoi concittadini». Concludendo: «Ho vissuto una giornata terribile e storica. In 31 anni di carriera in cui ho difeso casi di uso di armi, non mi era mai capitato che un cliente finisse in carcere subito dopo essersi trovato davanti al giudice. Contesteremo e combatteremo la decisione, con tutti gli strumenti del diritto».

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E ancora. «È devastato e chiede perdono alla famiglia del giovane», ha successivamente ribadito il legale ai microfoni di Bfm Tv, chiosando: «Lui non si alza la mattina per ammazzare la gente. Non voleva uccidere». La replica arriva direttamente dalla madre della vittima, intervenuta dalle telecamere di France 5: «Non ce l’ho con la polizia. Ce l’ho solo con la persona che ha ucciso mio figlio. Non doveva ucciderlo». «C’erano altri modi per farlo uscire dalla sua auto… Una pallottola così vicina al suo torace, non posso immaginarlo…». Parole che esprimono dolore e sgomento. Mentre nelle piazze proseguono gli scontri fra gruppi di giovani e forze dell’ordine. Si susseguono gli attacchi con molotov e razzi artigianali contro i locali della polizia municipale. I supermercati e gli autobus. Mentre il fuoco divampa minacciando edifici e persone, e si moltiplicano i saccheggi. Un caos dilagante che non accenna ad attenuarsi.

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