Giustizia, le polemiche non fermano Nordio. Il ministro: «Vado avanti con la riforma»

22 Giu 2023 9:03 - di Francesca De Ambra
Nordio

Il fuoco di fila che da giorni lo ha eletto a bersaglio preferito non scoraggia Carlo Nordio, anzi. Al Corriere della Sera, che lo ha intervistato, il ministro della Giustizia confida che andrà avanti sulla strada delle riforme annunciate e in parte già presentate. Ricordiamole: abolizione del reato di abuso d’ufficio, modifiche al traffico di influenze illecite, stretta sulle intercettazioni. Un pacchetto che ha scatenato polemiche feroci e più d’una incomprensione con le toghe. «Non cerco conflitti con i magistrati – assicura lui -, ma sulla riforma vado avanti. Cambieremo anche altre norme». Quel che Nordio non ha gradito sono soprattutto le critiche preventive, soprattutto da parte dell’Anm.

Nordio intervistato dal Corriere della Sera

Da qui la sua accusa di «interferenza» rivolta al sindacato dei magistrati. «C’è modo e modo – spiega al Corrieredi dissentire dai disegni di legge e dal tenore delle sentenze. Nel caso di questa riforma sono stati usati termini molto forti ancor prima che il testo fosse noto, così come in altri momenti alcuni politici hanno commentato sette sentenze come eversive». Da qui l’appello a tutti ad abbassare i toni. Tanto più, ricorda Nordio, che autorevoli giuristi non certo sospettabili di simpatie verso la maggioranza di governo come Cassese e Violante o l’ex-ministro Flick hanno convintamente difeso il suo “pacchetto”. Sopratutto l’abolizione del reato di abuso d’ufficio: «Tutti i sindaci e gli assessori ne sono oppressi, senza aver fatto nulla di male».

«Sulle intercettazioni torniamo alla Costituzione»

Le cifre danno ragione al ministro: solo nove condanne su 5mila processi intentati. «Significa che la norma – sottolinea Nordio -, dopo venti anni di cambiamenti, è un fallimento». Rappresenta, invece, un ritorno allo spirito della Costituzione la norma che riporta in capo al provvedimento del giudice la possibilità di pubblicare le intercettazioni. Anche qui una montagna di polemiche. Sul punto, il Guardasigilli ricorda l’articolo 15 della nostra Carta Fondamentale sulla segretezza della comunicazioni. Una garanzia limitabile solo attraverso un provvedimento, appunto, del giudice. «Mi stupisce – conclude Nordio – che tanti che la definiscono la più bella del mondo dimentichino questo principio».

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