Governo, Gabanelli certifica che Meloni centra gli obiettivi: ecco i risultati dei primi 8 mesi

26 Giu 2023 8:59 - di Eleonora Guerra
gabanelli meloni

Il 56,1% delle proposte avanzate dal governo Meloni in questi primi 8 mesi di governo è già stato approvato e molto altro è “in itinere”, dunque in via di approvazione. In assoluto si parla di 42 provvedimenti che hanno già avuto il via libera, molti dei quali riguardano la riduzione delle tasse o comunque misure tese ad aiutare economicamente famiglie e imprese. Dunque, è un bilancio più che positivo quello sul governo Meloni che emerge dall’inchiesta di Milena Gabanelli nella sua Dataroom di oggi sul Corriere della Sera, condotta con l’ausilio dei dei politologi Marco Improta, Francesco Marangoni e Luca Verzichelli del Centro interuniversitario di ricerca sul cambiamento politico (CIRCaP) dell’università di Siena.

Gabanelli certifica che Meloni centra gli obiettivi

Un bilancio la cui portata si capisce meglio dal paragone con altri governi. In termini percentuali, solo il governo Renzi, si legge nell’articolo, “regge il confronto” con Meloni con il 63,3% delle misure presentate e passate, ma l’inchiesta di Gabanelli non fornisce il numero assoluto, che però per logica risulta inferiore a quello dell’attuale esecutivo, visto che solo il Cav, guardando ai numeri secchi, ha fatto meglio di Melni con 77 provvedimenti approvati durante il Berlusconi II e 53 durante il Berlusconi IV. C’è poi un altro dato che non si può non tenere in considerazione, benché l’articolo non vi ponga l’accento: il contesto nazionale e internazionale nel quale opera l’attuale governo, che di fatto non ha precedenti nella storia repubblicana. Un contesto nel quale l’esecutivo, che risulta in linea con gli altri per utilizzo dei decreti legge, è riuscito anche a ridurre l’incidenza dei voti di fiducia, facendone “un uso più limitato”.

I provvedimenti approvati sono 42 e 15 hanno portata programmatica

Anche il peso specifico dei provvedimenti approvati è significativo: sebbene ci si trovi ancora nell’inizio della legislatura, infatti, fra i 42 provvedimenti approvati ce ne sono ben 15 che riguardano i 21 impegni programmatici, ovvero quelli esposti durante il discorso di insediamento alla Camera e che rappresentano le priorità per il Paese. In termini percentuali si tratta del 35,7%. Gabanelli sottolinea che, al netto del Berlusconi IV che arrivò al 55%, il dato dell’esecutivo Meloni “è più o meno in continuità con gli altri governi”, che però, si diceva, si trovavano a operare in un contesto completamente diverso e non gravato dalla crisi scatenata dalla guerra e dagli strascichi del Covid. Segue un lungo elenco di alcune misure già approvate, molte delle quali “toccano il nostro borsellino”. Si parte con la “riduzione della pressione fiscale per famiglie e imprese: approvata la legge delega dal Consiglio dei ministri il 16 marzo 2023, adesso sta seguendo il suo iter parlamentare e dà al governo 24 mesi di tempo per emanare i decreti legislativi”. Ci sono poi le leggi in vigore da gennaio.

Le leggi per ridurre la pressione fiscale e sostenere imprese e famiglie

Gabanelli si ferma alla fotografia del momento, senza dare la prospettiva programmatica dei cinque anni. Ciononostante appare evidente che il percorso è ampiamente incardinato: “1) la Flat tax al 15% per gli autonomi: promessa fino a 100 mila euro di reddito, oggi si ferma a 85 mila; 2) il taglio del cuneo fiscale per i dipendenti: promesso di 5 punti, per adesso è di 4 punti per redditi fino a 25 mila euro (circa 96 euro lordi al mese) e in vigore per 6 mesi (da luglio a dicembre 2023); 3) la riduzione delle imposte sui premi di produttività dal 10 al 5% per il 2023; 4) l’esenzione dal calcolo del reddito per i fringe benefit: da 260 euro a 3.000, solo per il 2023 e solo per i dipendenti con figli a carico; 5) la tregua fiscale per consentire a cittadini e imprese in difficoltà di regolarizzare la propria posizione con il fisco: per ora siamo alla rottamazione delle cartelle esattoriali fino a 1.000 euro; 6) le misure a sostegno della natalità: Iva ridotta al 5% per i prodotti per l’infanzia e l’igiene femminile, e aumento dell’assegno unico del 50% per chi ha un solo figlio e per il primo anno di vita; dai 3 figli in su l’aumento vale fino al compimento del terzo anno di età. In quest’ultimo caso l’Isee non deve superare i 40 mila euro. L’aumento va da 25 a 87 euro al mese; 7) infine sulle misure urgenti di sostegno al settore energetico”. Misura quest’ultima, è bene ricordarlo, che ha impegnato larga parte delle risorse a disposizione.

Dal decreto Cutro alla riforma della Giustizia

Fra le altre misure approvate ci sono poi il decreto Cutro, che ha introdotto pene severissime per gli scafisti e chiuso i margini per aggirare le leggi sull’accoglienza, con la stretta sulla protezione speciale e il decreto lavoro con la riforma del reddito di cittadinanza. Fra quelle in itinere figurano alcune importanti riforme come il ddl per l’autonomia differenziata e la riforma della giustizia, mentre è stato avviato il dibattito extraparlamentare sulle riforme istituzionali con il vaglio delle diverse opzioni sul campo anche nel tentativo di trovare un punto di confronto costruttivo con l’opposizione.

La risposta agli allarmi sociali: dl rave e legge contro gli eco-vandali

Infine, ci sono quelli che Gabanelli definisce “provvedimenti bandiera”, valutati come “iniziative non legate a urgenze né priorità programmatiche, ma piuttosto dalla valenza simbolica” e che, in realtà, sono misure di un certo impatto sociale e culturale. Fra queste si collocano, per esempio, il decreto rave e il ddl che introduce un principio di assunzione di responsabilità nei confronti di chi imbratta i monumenti, reso necessario dai continui blitz degli eco-vandali.

 

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