“I bambini italiani non vogliono più uscire di casa”: il fenomeno Hikikomori ora inizia già dai 6 anni
Il fenomeno Hikikomori ora colpisce anche i bambini italiani: uno studio allarmante denuncia numeri imponenti. I bambini tra 6 e 9 anni che non vogliono uscire di casa, si rifiutano di andare a scuola, alle feste, passano ore chiusi nella loro cameretta attaccati allo smartphone, davanti alla tv o alla playstation, che purtroppo non dovrebbero avere. E’ un “fenomeno allarmante e tutto nuovo quello che sta colpendo all’incirca il 15% dei bambini tra 6 e 9 anni, una forma di Hikikomori dell’infanzia, che preoccupa i genitori, che però non sanno come comportarsi e cosa sta accadendo al proprio figlio”. A parlarne all’Adnkronos Salute è Adelia Lucattini, psicoanalista specialista in adolescenti della Società psicoanalitica italiana.
“Abbiamo visto tanti bambini che, a causa della pandemia, hanno saltato completamente la scuola dell’infanzia e per loro l’inizio delle scuole elementari si è trasformato in una fobia scolastica: avevano attacchi di panico, scappavano dalla classe, non volevano andare a scuola. Adesso osserviamo un fenomeno assolutamente nuovo, e dai numeri importanti. Questi bambini non vogliono proprio uscire di casa, devono essere portati a scuola di forza e appena finite le lezioni vogliono tornare a chiudersi in casa, hanno crisi di pianto, hanno paura, vogliono dormire con i genitori e chiedono loro di restare a casa e non andare a lavoro. Solo tra le mura domestiche si sentono bene ed è come se vivessero una dimensione fusionale con i genitori. Stanno bene solo nel loro ‘bozzolo’, come se fossero molto piccoli, mentre hanno già 6-9 anni, un’età in cui il bambino dovrebbe volere sempre uscire”. Un problema che poi “verso i 10, quando si entra nella pre-adolescenza, quella che chiamiamo l’età della latenza, con l’ingresso nelle scuole medie, o si consolida o passa”, spiega.
Hikikomori: il fenomeno registrato in Giappone, ora diffuso anche in Italia
“Questa sorta di Hikikomori nell’infanzia – spiega ancora l’esperta – non va vista dunque come una malattia ma come l’espressione di una difficoltà a gestire delle cose normali. Tutti i bambini hanno ansia di separazione, ma poi giorno dopo giorno, conoscendo la maestra, gli amici ecc. passa, mentre questi piccole non hanno gli strumenti giusti per fare questo. E da parte loro i genitori non sanno come comportarsi, magari li assecondano facendo saltare loro la scuola per un giorno, ma se questo si ripete diventa un problema”. Come uscirne? “Innanzitutto i genitori, al primo campanello di allarme, devono farsi aiutare a capire come muoversi. Un modo molto utile è che vadano da soli da un analista dell’età evolutiva, per acquisire in poche sedute le indicazioni giuste da mettere in pratica con il figlio”.
Lucattini ricorda poi alcuni dati italiani del più noto fenomeno dell’Hikikomori, termine giapponese per indicare chi sceglie di stare in disparte, di isolarsi, tagliando fuori il mondo e la realtà. Ragazzi che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, da alcuni mesi fino a diversi anni, rinchiudendosi nella propria stanza, senza aver più contatti diretti con il mondo esterno, talvolta nemmeno con i propri genitori. Un fenomeno in crescita anche in Italia e che, secondo le ultime ricerche, interessa oltre 100mila ragazzi.
Un fenomeno che interessa 15 bambini su 100 tra i 6 e i 9 anni
“Questi ragazzi hanno scelto di non uscire dalla loro stanza – spiega la psicoanalista – perché sentono di non avere più uno scopo nella loro esistenza. Vivono di notte, dormono di giorno, isolandosi così dai normali ritmi della vita. Con il tempo non riescono ad avere relazioni con persone reali, ma solo rapporti su chat, web e in generale online, poiché si sentono meno giudicati. Tra le caratteristiche più comuni ci sono il non mangiare, la perdita della percezione del tempo, la dipendenza da Internet, social e videogiochi. I giovani affetti da Hikikomori abbandonano progressivamente le attività scolastiche o lavorative per ritirarsi nella loro casa o nella loro stanza per periodi prolungati di tempo rinunciando, a poco a poco, alle relazioni con chi aveva fatto parte della loro vita quotidiana. Per questo sono definiti anche gli “eremiti dei tempi moderni”.
“Quello degli Hikikomori – sottolinea – è un problema che consegue ad altre problematiche mentali, che vanno dall’ansia sociale ai disturbi bipolari, e a dipendenze patologiche soprattutto dal web. Sono oltre 700mila gli adolescenti in Italia che trascorrono online oltre 6 ore al giorno. Di questi, almeno 100mila – ricorda Lucattini – ne hanno un uso compulsivo e per questo motivo si è reso necessario l’intervento degli specialisti, psichiatri e psicoanalisti. E – conclude – anche diversi ospedali con reparti di neuropsichiatria, hanno registrato un aumento dei ricoveri di ragazzi per disturbi psichiatrici correlati all’Hikikomori”.