Il fattore Marina tranquillizza gli azzurri. Ma c’è chi pensa all’intraprendente Luigi come erede politico
Già lo chiamano il fattore M. Fattore Marina: la primogenita di Silvio Berlusconi è un marchio di qualità. Indiscusso. Potrebbe essere proprio lei a garantire la tenuta di Forza Italia orfana del Cavaliere. Potrebbe avere un ruolo ispiratore nelle decisioni del partito, ma restando dietro le quinte.
L’impegno di Marina Berlusconi con Tajani
Si è sentita telefonicamente con Antonio Tajani. “Ci siamo, tranquilli. Non lasceremo andare alla deriva la barca che papà ha progettato, salvando l’Italia trent’anni fa”. Questo più o meno il senso delle parole di Marina. Che ha garantito la legittimità dei dirigenti e delegato loro la scelta dei tempi per dare forma alla nuova governance. E tradurre in strategia e programmi il testamento politico del Cavaliere. Marina ha garantito che la famiglia sosterrà il peso dei debiti di partito. Anche sotto il profilo del marketing politico sembra certo che il nome Berlusconi a carattere maiuscolo resterà impresso sul simbolo. È una richiesta dei figli alla nomenclatura azzurra. Anche uno stimolo perché siano all’altezza di un cognome così pesante.
La primogenita farà la regia senza scendere in campo
Il Fattore M non scenderà in campo direttamente, però c’è da scommetterci che sarà lei a fare da regia. Insieme ai suoi quattro fratelli. C’è anche il fattore F, come Fratelli, osserva Renato Farina in una lunga analisi sul dopo Silvio dalle colonne di Libero. Marina, Pier Silvio, Barbara. Eleonora e Luigi però dovranno confrontarsi con Marta, la compagna che lo ha accompagnato fino all’ultimo respiro. E che l’ex premier ha voluto accanto a sé come sposa. Il cui ruolo si capirà meglio all’apertura del testamento la settimana prossima. C’è anche l’ipotesi, ventilata da Repubblica, che il fratello del Cavaliere Paolo, possa candidarsi al Senato con il colori di Forza Italia nel collegio di Monza di Silvio Berlusconi.
Il fattore F, come fratelli, e il sostegno di Gianni Letta
Marina ha tutte le carte in regola per salvare l’impero di famiglia e la creatura politica del padre. Saggezza, prudenza, modernità: sono le ragioni del successo con cui ha governato in questi 27 anni Mondadori e Fininvest, l’intera holding familiare. Insomma la stoffa c’è anche se non sarà facile procedere senza l’ombrello protettivo di Berlusconi. I destini di Forza Italia sarebbero nelle mani di Marina e Marta, che possono contare sulla solidità di Gianni Letta. Intanto però vince la fiducia verso Tajani che ha un peso internazionale indiscusso e legami saldi e antichi con Giorgia Meloni e Matteo Salvini.
L’ultimogenito Luigi potrebbe riservare sorprese
C’è anche chi è pronto a scommettere che Luigi, il più giovane e intraprendente dei figli di Berlusconi, possa riservare delle sorprese. Trentaquattro anni, laureato alla Bocconi, volitivo in finanza come il padre. Ma anche cattolicissimo, legato al cardinale Delpini e alla Madonna di Lourdes. Il curriculum politico c’è tutto. Ha sempre avuto una posizione defilata dai riflettori. Ma negli ultimi mesi è stato molto vicino al padre. L’ipotesi di una sua discesa in campo serpeggia e viaggia nei ragionamenti di queste ore. È stato lui, raccontano le cronache, il primo ad arrivare al San Raffaele, ad avvertire i quattro fratelli “Correte, papà sta morendo”. Oggi il suo nome è trending topic suTwitter. Più di uno nel partito ipotizza che l’ex premier a un certo punto abbia pensato di consegnare le chiavi della sua creatura politica a Luigi. Che porta il nome del nonno conosciuto per soli 5 mesi.