Il Pd perde un altro pezzo, ma la Schlein lancia “l’estate militante”, abbraccia Conte e deride i contestatori

19 Giu 2023 18:31 - di Alberto Consoli
schlein

«Vi propongo un’estate militante». L’esordio di  Elly Schlein alla Direzione del Pd non è dei più brillanti. In mezzo a tutte le contestazioni interne, ai “pezzi persi” da quando è segretaria, ridottasi a fare da spalla a Giuseppe Conte, lei ignora lo sconquasso e lancia una campagna di mobilitazione. «Ora è il momento di mobilitare tutto il partito sulla nostra agenda per l’Italia e l’Europa». Dribbla le contestazioni interne, fa orecchie da mercante sui temi più divisivi all’interno del Pd. Finge di ignorare anche la bomba esplosa a poche ore dalla direzione. La dem  Maria Concetta Chimisso, infatti, si è dimessa a soli 6 giorni dalle elezioni regionali in Molise dalla carica di vicesegretaria regionale del partito. Uno schiaffo in piena regola sul volto della Schlein, con nuovi scenari che si aprono per il centrodestra che sente sempre di più profumo di vittoria in Molise.

Elly Schlein apre a Conte: “Non pensiamo di essere autosufficienti”

La Schlein derubrica i ballottaggi persi alle ultime amministrative come uno «psicodramma alimentato dagli avversari». Attenzione a «non attirarci demeriti» eccessivi –  dice – visto che ad esempio «la Lega è passata da 107 a 37 consiglieri e altre forze ne hanno eletti 5 in tutto. La destra ha una coalizione che si ricompatta e noi non ce l’abbiamo oggi quella coalizione e non pensiamo di essere autosufficienti».  In sostanza, afferma che è un problema non avere una coalizione come il centrodestra. Farraginosa come sempre, pare da queste parole poter dedurre che apra al movimento di Grillo e Conte. Questo, nonostante nel Pd la comparsata della segretaria in piazza con Conte è considerato «un errore imperdonabile».

Direzione Pd: “La Schlein dribbla i nodi interni”

La mobilitazione lanciata da Elly Schlein in Direzione Pd sarà innanzitutto sul Pnrr e sul progetto Calderoli sull’autonomia. Il 14 e 15 luglio ci sarà un’iniziativa sull’autonomia con i sindaci dem. A un’assemblea ancora ferita dal delirio di Grillo sulle “brigate di cittadinanza” da cui la Schlein non ha ancora preso le distanze,  la leader dei dem accenna solo in pochi tratti al caos e allo sconcerto creato attorno a sé, dalle dimissione di D’Amato a Chimisso. In sala non è presente nemmeno un big, escluso il presidente Stefano Bonaccini. E tutto il suo discorso si rivela un attacco totale al governo di centrodestra e una chiamata alla piazza.

Schlein si rifugia in calcio d’angolo e attacca il premier Meloni

La segretaria del Pd tuona contro il governo sul ritardo dell’uso dei fondi del Pnrr. Cosa non vera. Poi va all’attacco dell’autonomia differenziata voluta dal ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli. E su questo tema annuncia “una grande iniziativa con nostri amministratori” per metà luglio. Non solo, ma affiancherà la Cgil nella “manifestazione di sabato sulla sanità pubblica”. La mossa della disperazione: distogliere  l’attenzione sugli enormi problemi interni al Pd da lei creati; e scagliarsi ad alzo zero contro l’esecutivo. Tasse e attacco alla Meloni sono i soliti  ingredienti salvavita: lancia l’idea di una futura patrimoniale e poi attacca il premier: «È vergognoso che Meloni parli di pizzo di stato, è una vergogna per l’ideologia che sottende. Noi continueremo a batterci per la progressività fiscale».

Il “temino” di Elly: giustizia e diritti

Ma Elly Schlein non affronta i nodi interni. Passa dai temi internazionali all’Emilia Romagna del post-alluvione, per poi passare ai temi legati alla riforma della giustizia e dei diritti civili LGBTIQ+. Ma nulla si evince sulle questioni interne. Anzi, ha la faccia di bronzo di definirle questioni letterarie. «Si alimenta il filone letterario delle divisioni del Pd su quei pochi temi su cui convivono sensibilità diverse tra noi. Vi chiedo di far emergere la nostra agenda comune e non farci trascinare ogni giorno dove vogliono i nostri avversari; per provare a schiacciarci in dibattiti interni di cui la nostra gente è stufa: rischia di diventare tutto un rumore indistinto».

Irride i critici interni al Pd: “Il giochino con me non funziona…”

Insomma, è colpa degli avversari se tanti numeri uno del partito sono fuggiti. Penosa ricostruzione. Chissà come si sono sentiti i riformisti, i cattolici dem a sentirsi definire “rumori indistinti”. Poi il solito temino: ripartire dai territori, spingere sul tesseramento, organizzare la formazione. Ma i nodi irrisolti restano. Solo un accenno: «C’è chi magari spera di sortire qualche effetto con il giochino del logoramento dei segretari. Non funzionerà, mettetevi comodi. Siamo qui per restare e restare insieme», assicura. Una minaccia o una promessa?

Abuso d’ufficio: “Riforma, non abolizione”

Non retrocede sull’abolizione dell’abuso d’ufficio: «Siamo per la riforma ma non siamo per l’abrogazione perché sarebbe in contrasto alla normative europee anticorruzione. E perché ci pare apra la strada a ipotesi peggiori». Anche qui scatenando il cortocircuito con i sindaci del suo partito che sono d’accordo col governo. Ma lei  parla d’altro: «Organizzeremo una segreteria nazionale a Ventotene, dove sta per aprire un circolo Pd. Ci sembra il modo più giusto per guardare con lo spirito giusto al rinnovo del Parlamento europeo».

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