Inizia “Fenix”, la festa di Gioventù Nazionale. Roscani: “Proiettati verso il futuro per una nuova Europa”
“Lo chiameremo futuro” è lo slogan-guida di Fenix, la festa di Gioventù Nazionale che inizia oggi pomeriggio, alle 16.30, al laghetto dell’Eur e che si protrarrà sino a domenica 2 luglio. Incontri, convegni, dibattiti che spaziano dall’attualità alla politica internazionale e che disegnano una gioventù di destra erudita e colta, pronta al dialogo e al confronto. Ne abbiamo parlato con il presidente di Gioventù Nazionale, Fabio Roscani. Deputato di FdI da ottobre, 33 anni, Roscani parla degli obiettivi della manifestazione e del rapporto tra destra e mondo giovanile.
Il leit motiv della quattro giorni è una proiezione verso il futuro, nel momento in cui la destra governa la nazione
È una prospettiva del tutto diversa, principalmente per la guida di Giorgia Meloni ma anche per una visione che ci induce a ritenere che questo governo abbia un intero quinquennio davanti per costruire, realizzare riforme, dare speranza e fiducia alle nuove generazioni, come in realtà sta già facendo. Tutti i governi degli ultimi anni, anche quelli in cui parte del centrodestra era in maggioranza, erano temporanei e provvisori per natura. Oggi si respira un’altra aria.
Si inizia con un’intervista al presidente La Russa, una sorta di continuità generazionale?
È esattamente così. Il presidente La Russa proviene dalla militanza, viene da un mondo che rappresenta le nostre radici e che ha determinato, nel tempo, l’affermazione della destra di governo. È un tributo a una memoria che però è presenza e forza.
Nel programma compare anche il nome di Marco Travaglio. Una presenza che è sintomo di “intelligenza con il nemico”?
Abbiamo idee diametralmente opposte a Marco Travaglio ma lo ringraziamo per avere accettato l’invito, così come fece a dicembre per la festa di Fratelli d’Italia. Parlerà insieme al sottosegretario Delmastro di giustizia e suppongo che esporrà tesi diverse dalle nostre, ma il senso di Fenix è anche la bellezza della diversità dialogica e della capacità di concepire ogni contributo come arricchimento.
Uno dei convegni sarà dedicato all’Europa: sognate un continente politicamente nuovo ?
Le prossime elezioni europee di giugno 2024 potrebbero delineare una nuova maggioranza di centrodestra tra i conservatori, che hanno appena rieletto alla presidenza Giorgia Meloni, e i popolari. L’Europa che sogniamo è una confederazione di stati sovrani che valorizzi le singole identità e che abbia obiettivi comuni e non un concentrato di burocrazie. È una speranza concreta e vicina.
Com’è cambiata la percezione giovanile con Meloni alla guida del governo?
È tornata la parola giovani, che era sparita dall’agenda per tanto tempo. E sono nate politiche nuove che hanno abbandonato la strada dell’assistenzialismo per abbracciare quella della valorizzazione di ogni singola opportunità. Il reddito di cittadinanza era un manifesto emblematico che noi abbiamo sempre rifiutato. I dati macroeconomici dell’Italia dimostrano che quella politica è giusta e sta producendo grandi risultati.
Lunedi scorso Meloni ha ribadito la lotta a tutte le droghe. Un argomento che vi vede presenti anche in relazione al vuoto ideologico giovanile
Per noi il vero anticonformismo è non farsi una canna. Al di là di tutte le considerazioni sugli effetti delle droghe riteniamo che debba essere bella la suggestione di liberarsi da ogni droga. Siamo chiaramente contrari a tutte le liberalizzazioni, ma quello che registriamo è che dopo tantissimo tempo, finalmente, c’è una classe politica che mette i giovani e il loro disagio al primo posto.
È ancora difficile fare politica giovanile a destra e quale prezzo si paga ?
Si paga il prezzo di doversi giustificare dinanzi a questioni storiche che anagraficamente ci sono lontane e rispetto alle quali non abbiamo alcun rapporto. C’è uno stereotipo che tende ad etichettarci e a dipingerci in un modo utile alla narrazione di sinistra. Però cresciamo tra i ragazzi, nelle università e nelle scuole, con la forza delle idee. Ed è la migliore risposta ai pregiudizi.