“Io epurato due volte in Rai ai tempi di Prodi: innaffiavo una pianta”: Magliaro zittisce la sinistra (video)
A sentir parlare di “epurazioni” in questo nuovo corso Rai, a Massimo Magliaro da Giovanni Floris viene l’ortigaria. Una lezione tagliente arriva agli ospiti e al conduttore che trattano il caso Rai come una serie di “martirii”: dall’Annunziata, a Fazio, a Saviano, fino -probabilmente- a Gramellini. A parlare è uno che conosce bene le dinamiche dell’Azienda pubblica: ex-vicedirettore del Tg1 e direttore di Rai International dal 2000 al 2006. Lui avrebbe a buon diritto ragione nel parlare di “epurazione”. Anche se a lui il termine non piace- è stato proprio lui uno degli esempi plastici di cosa volesse dire la marginalizzazione operata dall’azienda pubbliga targata sinistra.
Massimo Magliaro a Floris: “Io epurato due volte”
E ha raccontato infatti due episodi vissuti sulla propria pelle che parlano di esclusione politica nei suoi confronti. “Ma non mi sono andato a lamentare. In Rai funziona così”, ha detto zittendo i vari ospiti che stavano in studio in funzione anti-governativa e in stile orazione funebre per gli addii volontari di tre pezzi della conduzione di sinistra. Queste le parole di Magliaro, molto equilibrate e rispettose dei colleghi: “Si parla tanto di epurazione di Fazio e Annunziata e ho nei confronti della seconda una stima abbastanza rilevante, avendola conosciuta. Nella mia carriera Rai, però, sono stato epurato per ben due volte. Una prima volta per un anno, periodo ’96 – ‘97 quando ero vicedirettore del Tg1 con Carlo Rossella prima, poi Nuccio Fava e Rodolfo Brancoli. L’ultimo faceva riferimento a Prodi, Fava alla sinistra democristiana storica”. Il racconto prosegue.
“La Rai mi mise in una stanza a non far niente: innaffiavo una pianta con Giurato”
Ebbene, racconta Magliaro: “Per un anno sono stato messo in una stanza senza nessun incarico, sapete con chi? Con Luca Giurato, ad annaffiare una pianta. Perché potevamo fare solo quello, non c’era altro da fare in quella stanza”. Insomma, se non la si vuole definire epurazione, si trattò di un caso di demanzionamento e perché no? Di umiliazione. Floris gli ha chiesto in quale “quota” fosse in Rai. Il giornalista ha rivendicato la sua storia dal Msi ad An. Tanto per chiarire a Piccolotti e agli altri ospiti come ha sempre funzionato il servizio pubblico.
Rai, Magliaro a Floris: “Epurato una seconda volta, relegato in una sede distaccata”
“Poi sono stato epurato una seconda volta, tra il 2006 e il 2009, quando ero il direttore di Rai International – prosegue il presidente della Fondazione Almirante -. E sono stato a spasso, relegato a via Angelo Papa, in una sede Rai distaccata a Roma, dopodiché ho avuto un incarico”. Certamente, dunque, non ci sta a sentir parlare da vittime sacrificali personaggi, come Lucia Annunziata, che se ne vanno (non vengono cacciati), perché non in accordo con il governo in essere. E rifacendosi sempre alla sua esperienza, dichiara: “Di questa mia epurazione non ho mai versato una lacrima, perché sono le regole del gioco”. Una lezione di stile e di acccettazione, per così dire, delle regole d’ingaggio. Inoltre, oggi parliamio di addii volontari. In quelle due occasioni lo stile Rai con Magliaro fu abbastanza ruvido, senza tante cerimonie. La prima epurazione me la comunicò Marcello Sorgi, mio amico ricorda: dicendomi: ‘Massimo ci conosciamo da tanti anni, ma Veltroni mi ha chiesto di mettere al tuo posto una tale persona. Ho avuto epurazioni sempre dallo stesso segno prodiano: sono le regole del gioco, non facciamo i martiri della Rai perché non ci sono”, conclude un Magliaro piuttosto definitivo.