La rossa Bologna pensa ai bagni gender mentre l’Emilia Romagna è nel fango. FdI insorge
Può accadere che in una Emilia Romagna devastata, il Consiglio comunale di Bologna di lunedì scorso metta i bagni gender all’ordine del giorno? Non è una boutade è la triste realtà di una città governata da una sinistra che sostiene il sindaco Matteo Lepore. Una sinistra “fedele” a se stessa: ossia essere fuori dal mondo, lontana dal senso di realtà, che non si rende conto che – come ha pure detto Bersani dalla Gruber – che i suoi elettori si sono rotti i cosiddetti. E infatti i risultati elettorali lo certificano. Come si fa ad invertire l’ordine delle priorità in una situazione devastante come quello di una Regione assediata da acqua, fango, emergenza sanitaria? Può accadere l’assurdo quando c’è la sinistra ideologica di mezzo. Una sinistra fuori dal mondo che ha il suo centro di gravità permanente nei diritti Lgbt, pure in unu momento drammatico dove tali questioni possono essere rimandate.
Il Consiglio comunale di Bologna chiama a votare sui bagni gender in piena alluvione
Dunque, lunedì 29 maggio a Palazzo d’Accursio, al Consiglio comunale di Bologna figurava in cima alla lista delle priorità la questione dei “bagni no gender”. “L’ordine del giorno è stato presentato dalla maggioranza che sostiene il sindaco di Bologna Matteo Lepore; ed in particolare dal consigliere trans Porpora Marscasciano di Coalizione Civica, una lista di estrema sinistra legata alla Schlein”, racconta Libero nell’edizione del Primo giugno. Cadono le braccia che in piena emergenza, mentre il governo si spende per far arrivare in tempi brevi risorsa per le emergenze primarie, la questione dell’etichetta da mettere sulla porta delle toilette in Municipio e non solo sia stata discussione prioritaria. Non ci si può credere ma è così. Un’ora e 10 minuti della discussione sono stati sottratti ad altri argomenti all’odg che sono finiti in coda. Non solo, per il bagno no gender è stata anche votata l’urgenza, quindi l’argomento è stato ammesso all’ordine dei lavori la giornata stessa; al contrario di quello che accade solitamente per tutti gli odg presentati in Consiglio. Quando la minoranza ha votato contro sono iniziate le sceneggiate: si è gridato quasi allo scandalo. Tutto ciò con i cittadini in preda al dramma più nero.
FdI: “Sinistra fuori dalla realtà: discutere di bagni gender in un momento come questo…”
Non si dà pace il senatore bolognese di FdI, Marco Lisei: «Non hanno trovato di meglio che discutere della necessità dei bagno no gender a Palazzo d’Accursio. La scelta di votare e approvare un ordine del giorno su questo tema in un momento drammatico è una mancanza di rispetto nei loro confronti». Sentir parlare in un frangente come questo di come predisporre servizi igienici senza alcun vincolo di genere e anche nelle cabine elettorali, è fuori contesto, indubbiamente inopportuno quanto a tempistica: «… l’Amministrazione comunale di Bologna», si legge nel pacchetto di misur adottate- «… opera per diffondere politiche di inclusione sociale per le persone lesbiche e gay. E ha deliberato per il triennio 2022-2024 di porre in essere azioni tese alla valorizzazione di “buone pratiche”; e a soluzioni organizzative innovative per migliorare il benessere organizzativo, il senso di appartenenza e il clima interno».
Bagni gender a Bologna, FdI: Non hanno sensibilità: esistono tempi, modi e priorità”
Il “clima interno” evocato dalla maggioranza di sinistra in questo caso non c’entra nulla con la realtà, con il disssto della Regione. A Bologna ci sono stati allagamenti importanti su via Saffi; è esondato il torrente Ravone esondato, con danni ingenti a esercizi commerciali ecase private. Per non parlare di una conta dei danni in tutta l’Emilia Romagna. «Nemmeno in un momento storico come questo», aggiunge Stefano Cavedagna, capogruppo in Comune per Fratelli d’Italia, «hanno la sensibilità di capire che esistono priorità, tempi e modi nell’affrontare problemi».