
La Russa: “Una sculacciata non è la fine del mondo. Il rispetto delle donne va insegnato in famiglia”
“Il rispetto deve partite dalla famiglie. Il ceffone era metaforico. Ma se poi una sculacciata dovesse servire, non sarebbe la fine del mondo. Si educa con l’esempio che vale più di mille parole, l’esempio è essenziale”. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, al Tg1, torna sul tema del femminicidio e della cultura del rispetto delle donne, nel giorno in cui il governo vara le misure sul femminicidio e la violenza alle donne.
La Russa e la manifestazione bipartisan sulle donne
La violenza contro le donne “riguarda una questione gravissima che tocca al governo risolvere ma noi uomini possiamo dare un segnale e quindi l’idea di una manifestazione di soli uomini, magari con figli per mano come ha suggerito Emma Bonino, può smuovere le acque a patto che sia corale, o di tutti o di nessuno”, ha aggiunto La Russa, che propone un rafforzamento anche degli organici delle forze dell’ordine. “Il governo ci sta già lavorando” sul femminicidio, “ma la prima cosa da fare facile è raddoppiare il numero dei Carabinieri e della Polizia che sono addetti a quei reati di questo genere perchè credo che la prevenzione sia la migliore cura che possiamo immaginare”. Poi torna sul tema del ceffone. ”Ciò che è obbligatorio -ha spiegato La Russa- è che la famiglia insegni il rispetto. Il ceffone è assolutamente facoltativo come ultima istanza. Spero che non ce ne sia mai bisogno ma non è così grave se almeno una volta nella vita si può non darlo ma almeno far temere di darlo…”.