Le mani della ‘ndrangheta sul Pnrr: truffa da oltre un milione di euro, 4 arresti
La ‘ndrangheta allunga le mani sui fondi Pnrr con una truffa da un milione di euro scoperta dalla guardia di Finanza che ha arrestato 4 persone, alcuni dei quali pregiudicati.
Nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore di Milano, Stefano Civardi, i finanzieri del Comando provinciale di Milano, hanno eseguito 4 arresti – di cui tre in carcere e uno ai domiciliari, due persone hanno invece l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria -, per i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale e trasferimento fraudolento di valori portando alla luce la presunta frode che avrebbe coinvolto anche fondi del Pnrr.
Tra i protagonisti dell’inchiesta c’é Nicolò Gasparri, arrestato e già coinvolto in una precedente inchiesta della Procura di Milano su un’altra ipotesi di raggiro.
Oltre agli arresti è stato eseguito un sequestro del capitale sociale di una società che possiede un immobile del valore di 2,8 milioni di euro ed è in corso di esecuzione un ulteriore decreto di sequestro preventivo emesso in via d’urgenza dal pm, riferito ai beni nella disponibilità di uno degli arrestati, “di valore sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati”.
Il provvedimento riguarda, in particolare, una villa a due piani di 700 metri quadri circondata da un ampio giardino di 5.000 metri quadrati all’interno di un residence di Casatenovo, in provincia di Lecco del valore di oltre due milioni di euro“.
Nel mirino della Gdf è finito anche un complesso immobiliare, nel comune di Calco, che sarebbe riconducibile a due pregiudicati con “numerosi precedenti per reati economico-finanziari di natura fraudolenta (bancarotta, frode fiscale, riciclaggio, abusivismo finanziario) e in contatto con soggetti appartenenti a consorterie di ‘ndrangheta“.
Le indagini “hanno rivelato come il frequente ricorso, da parte degli indagati, a prestanome, veicoli societari fittizi ed articolati negozi giuridici fosse finalizzato a riciclare capitali illeciti“ frutto di “ reati tributari e fallimentari e ad eludere le misure di prevenzione patrimoniale previste dalla normativa antimafia”.
“Sono inoltre emerse ipotesi di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche“, tramite Pnrr, a carico “di una delle società riconducibili agli indagati, che aveva richiesto una contribuzione pubblica erogata da Simest, del valore di oltre un milione di euro, per la metà circa già incassato, in relazione ad attività di internazionalizzazione nei contesti geografici dell’Ucraina, della Russia e dell’Albania, che sarebbero risultate fittizie”.
Sono attualmente in corso perquisizioni nelle province di Milano, Torino, La Spezia, Monza e Brianza, Napoli e Lecce con L’ impiego anche di unità cinofile della Finanza per la ricerca di denaro contante.
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Il signor Nicolò Gasparri ci comunica che con sentenza del 19/12/2023 il GIP del Tribunale di Milano lo ha assolto per non aver commesso il fatto dal reato di Bancarotta fraudolenta. Per quanto riguarda il reato di Trasferimento fraudolento di valori (art. 512 bis C.P.) il Gasparri ha patteggiato una pena di anni due e mesi 4 di reclusione. Nessun altro reato gli era contestato.