Le Ong insistono a fare come gli pare, due navi tedesche decidono soccorsi e porti: sanzionate
Su recuperi e sbarchi di migranti, le Ong insistono a non voler rispettare decreto e disposizioni del governo italiano su soccorsi e porti di destinazione assegnati. E a due mesi di distanza dal fermo nello scalo di Lampedusa della nave di Banksy (la Louise Michel) per aver violato violato il codice di comportamento e indicazioni su salvataggi e sbarchi, in queste ultime ore due imbarcazioni non governative tedesche tornano a sfidare l’esecutivo: la Mare Go e la Sea Eye. La prima dirigendosi a Lampedusa, mentre il porto assegnatole era a Trapani. La seconda, approdata a Ortona dopo un “doppio soccorso”.
Migranti, le Ong sfidano governo e decreti: e si beccano sanzioni e fermi
Con una novità per una delle due vani coinvolte da fermo e sanzioni: stavolta è la stessa Ong – quella della recalcitrante Mare Go – a comunicare di non essere in grado di svolgere le operazioni di “soccorso” in cui è impegnata. Mentre la Sea Eye, approdata al porto di Ortona con 49 profughi a bordo, senza comunicare le sue intenzioni, e ufficializzare il mancato ossequio alle disposizioni del decreto migranti, si dirigeva invece su un’altra nave con a bordo altri migranti recuperati in mare. Insomma, un caos auto-decisionale, su cui è meglio procedere con ordine.
La nave Ong assegnata a Trapani approda a Lampedusa
La nave della ong tedesca Mare Go ha attraccato al porto di Lampedusa, disobbedendo alle indicazioni delle autorità italiane che le avevano assegnato il porto di Trapani come approdo. «Abbiamo chiaramente comunicato alle autorità che Mare Go non è attrezzato per curare le persone per così tanto tempo», spiega la Ong, visto che il porto di destinazione era a un «minimo di 32 ore di distanza. Per questo abbiamo deciso di dirigerci invece verso Lampedusa», prosegue la nave. Comunicando: «Dopo aver salvato 36 persone ci è stato assegnato il porto di Trapani», posta su Twitter la Ong, che ha imbarcato i migranti in acque maltesi. «Abbiamo comunicato alle autorità che la nave non è attrezzata per curare in movimento e in quel lasso di tempo le persone soccorse. E che l’equipaggio è stato in mare aperto per diversi giorni, effettuando diverse operazioni. Ecco perché abbiamo deciso di dirigerci a Lampedusa».
L’annuncio e la rivendicazione della disobbedienza della Mare Go
Ma è proprio questo il punto. La non adeguatezza della nave per molteplici operazioni di soccorso. La Mare Go – spiega oggi tra gli altri Libero quotidiano – «non è registrata come imbarcazione di soccorso, bensì come scafo da diporto. Un veliero per gite di piacere. Logico che non abbia le caratteristiche per simili operazioni in mezzo al Mediterraneo». Eppure, infischiandosene di rischi, leggi e divieti, ha persino contrattaccato con un comunicato in cui, sorvolando sulle sue mancanze e disobbedienze, ha puntato l’indice contro «il governo post-fascista di Meloni».
Il plauso alle Ong disobbedienti di “Alarm Phone”
Parole, quelle della Ong, che denunciano e rivendicano la disobbedienza. Una trasgressività costata il blocco della barca per 20 giorni, oltre a una multa il cui importo andrà definito. Un annuncio che avrebbe infranto la legge, quello dell’imbarcazione tedesca, seguito a stretto giro da un messaggio con tanto di applausi e esternazioni di congratulazioni da parte di Alarm Phone. Il centralino delle Ong che, approvando la decisione di contravvenire alle leggi vigenti, ha sentenziato: «Grazie per il vostro incredibile impegno. E per aver deciso di sbarcare a Lampedusa».
Le Ong annunciano e “reclamano” la disobbedienza
Non solo. Anche la Sea Eye, Ong tedesca anche lei. E anche quest’ultima sottoposta a fermo amministrativo a Ortona (Chieti), di rimando ha deciso di testa sua, forse un po’ per comodo. Forse un po’ per autenticare l’infrazione. La nave, arrivata con 49 migranti caricati in due diverse operazioni nel Mediterraneo centrale, ha ufficializzato il doppio soccorso: uno che ha interessato 17 migranti in zona Sar libica. E l’altro, con 32 migranti recuperati in area di ricerca e soccorso italiana. Un modus operandi arbitrario e sottoposto a misure e sanzionamenti alla base del provvedimento emesso dalla Guardia Costiera.
Il doppio soccorso della Sea Eye
«Dopo aver effettuato il primo intervento in acque libiche», hanno spiegato le autorità, «ha contravvenuto alla disposizione di raggiungere nel più breve tempo possibile il porto di Ortona, dirigendosi invece su un’altra barca di migranti verso cui stava già andando una motovedetta sar della Guardia Costiera italiana». Una disobbedienza su cui la Lega ha commentato: «Ong straniere non rispettano le leggi italiane sull’immigrazione? Multa salata e blocco del mezzo. Norme e confini vanno rispettati, in Italia come in tutto il mondo».