Dopo i gazebo e le panchine, via anche altare e teca della statua
E così, dopo i gazebo e le panchine anche l’altare e la teca che custodisce la statua della Madonna di Trevignano devono essere portati via. Respinto il ricorso dell’associazione e, per il momento, accoglimento della richiesta del piccolo comune che si affaccia sul lago di Bracciano. I sostenitori della Cardia, però, lungi dal considerarsi sconfitti, vogliono comunque continuare la battaglia legale e presentare un altro ricorso. Nel frattempo, però, il Comune dispone già dell’autorizzazione a smantellare tutto. Il piccolo Comune laziale sul lago di Bracciano, insomma, ha presentato il conto alla presunta veggente. La quale, in bilico tra sacro e profano. E tra profezie e testimonianze, incontri coi fedeli e atti d’indagine, ora vede sgretolarsi, pezzo a pezzo, il suo piccolo regno.
Madonna di Trevignano, la sentenza del Tar è solo l’ultima batosta che si abbatte sulla presunta veggente
Una scure anche amministrativa, quella che si è abbattuta sul suo credo e su un piccolo impero che continua a vacillare tra scetticismo razionale, recriminazioni di ex fedeli e ordinanze. Certo, nel caso del procedimento sull’abusivismo delle strutture non è in discussione l’attendibilità della sedicente “veggente” di Trevignano, che dice di parlare ogni mese, da ormai cinque anni, con la Madonna. E neppure si tratta di valutare il fenomeno che investe la statua, il cui volto si sarebbe più volte bagnato di lacrime di sangue. Ma di sicuro, per la Cardia si tratta di un’ennesima batosta. Di una sentenza tutt’altro che opinabile…