Meloni a Tunisi, la doppia sfida del premier: evitarne il default e arginare l’ondata di migranti
Quella di Giorgia Meloni in Tunisia, al via questa mattina, si annuncia come una delle missioni istituzionali più importanti da quando la leader di FdI si è insediata a Palazzo Chigi. Tra i temi al centro dell’agenda, il dossier immigrazione. Sostegno economico per garantire la stabilità del Paese (punto di partenza di molte delle imbarcazioni di migranti dirette verso le coste italiane). Rafforzamento degli scambi commerciali, già solidi, tra i due Stati. Sul tavolo, dunque, questioni nevralgiche interconnesse. E la sfida di riuscire a conciliare la posizione ferma del presidente tunisino Kaïs Saïed e le istituzioni finanziarie internazionali, con un presupposto di base: persuadere Bruxelles che la Tunisia è un problema comune a tutta l’Europa.
Meloni a Tunisi per sbloccare lo stallo ed evitare il default del Paese nordafricano
Il presidente del Consiglio è atteso nella capitale della Tunisia alle 10.00 ora locale. Ad accoglierla in aeroporto ci sarà direttamente la prima ministra Najla Bouden Ramadan, con la quale la Meloni ha in programma un faccia a faccia alla Kasbah, sede del governo di Tunisi. Prima però è previsto un incontro con il presidente tunisino Kaïs Saïed presso il Palazzo presidenziale. Sarà una visita lampo, ma non per questo meno importante: nel paese nordafricano l’inflazione è a due cifre; la disoccupazione oltre il 16%; il debito pubblico è esploso e l’economia stagna. Per questo, il governo italiano è al lavoro per ricostruire il tracciato di una rinnovata stabilità. Un nodo cruciale rispetto al quale la Meloni ha più volte ha rimarcato la necessità di sbloccare il prestito da 1,9 miliardi di euro congelato dal Fondo Monetario Internazionale. Un tasto su cui Giorgia Meloni tornerà a premere.
Meloni: «Se cade il governo tunisino potremmo vivere uno scenario preoccupante»
Non a caso anche ieri, ospite da Nicola Porro nello studio di Quarta Repubblica, la Meloni ha espresso la sua preoccupazione per la situazione finanziaria in cui versa Tunisi. «La Tunisia è una nazione in difficoltà. Noi sul piano migratorio», ha dichiarato. E a livello globale «ci siamo trovati in una congiuntura che oggettivamente è la peggiore mai verificatasi», ha proseguito l’inquilina di Palazzo Chigi. Aggiungendo a stretto giro: «La Tunisia è in una situazione molto delicata, rischia un default finanziario. E se venisse giù il governo tunisino potremmo vivere uno scenario preoccupante. È uno scenario sul quale stiamo lavorando. Un lavoro – ha spiegato Meloni – che si fa a livello internazionale… Nessuno può pensare di fermare da solo il vento con le mani».
Meloni e il governo italiano impegnati in prima linea
Uno scenario che vede il governo italiano impegnato in prima linea specie perché, a fronte di una crisi economica che per Tunisi rischia di sfociare nella bancarotta, sono molti ormai i tunisini che si uniscono alla flotta sempre più nutrita di migranti che puntano sull’Europa. Ed è alto il pericolo che dal caos locale nasca una nuova ondata di instabilità e terrorismo. Da parte sua, il Fondo Monetario Internazionale si dice pronto a stanziare aiuti per 1,9 miliardi di dollari, una somma già probabilmente insufficiente a sedare la crisi. Ma Saied rifiuta le condizioni poste, e ribadisce quanto già sostenuto ad aprile: «Non accettiamo diktat dall’estero che portano solo a un ulteriore impoverimento».
L’incontro di oggi una sfida importante sul fronte geopolitico
Dunque, quello di oggi si annuncia come un incontro importante dal punto di vista strategico, sia sul piano economico. Che su quello geopolitico. Un summit, quello con i vertici del Paese maghrebino, a cui ha fatto da importante precedente il colloquio a tre avvenuto nelle scorse settimane ad Hiroshima a margine dei lavori del G7. Un vertice con la direttrice del Fondo monetario internazionale Kristalina Georgieva e con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, che ha confermato al presidente Saied che se c’è un Paese oggi disposto a fornire sostegno alla Tunisia, questo è l’Italia. E allora, focus sui migranti e negoziati tra Tunisia e Fondo monetario internazionale per il maxi-prestito da 1,9 miliardi di dollari da erogare al Paese per evitare il collasso economico. Una trattativa che il premier è decisa a sbloccare. Una sfida che è determinata ad affrontare con risolutezza e lungimiranza.