Meloni in Tunisia, la stretta in veste di mediatrice europea e nel nome dell’interesse nazionale

11 Giu 2023 10:48 - di Ginevra Sorrentino
Meloni in Tunisia

Giorgia Meloni è atterrata all’aeroporto internazionale di Tunisi. A breve, nel Palazzo Presidenziale di Cartagine, si terrà il vertice tra il premier italiano, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, il primo ministro olandese Mark Rutte e il presidente tunisino Kais Saied. Con oggi, sono due le visite istituzionali che il presidente del Consiglio ha compiuto in appena 5 giorni. Ma stavolta la Meloni torna da Saied accompagnata da esponenti Ue. Una trasferta segnatamente “europea”, quella di oggi, che punta a concretizzare quello che il premier ha imbastito nell’incontro di martedì scorso. Quando la leader di FdI ha incontrato il leader tunisino e la premier Najla Bouden, congedandosi con una rassicurazione strategicamente. Una premessa che è il caposaldo di accodi chiave sui temi della migrazione e della cooperazione economica e energetica. «Siamo pronti – aveva detto – a fare di più per le coste tunisine, anche con l’Unione europea».

Meloni torna in Tunisia: è la seconda visita in 5 giorni

Qualcosa si muove in Tunisia, e la visita della Meloni in doppia veste – “europea” e di capo di governo italiano – rappresenta la stretta finale. Una missione, quella di oggi, che con buona pace dei giornaloni di sinistra – sempre pronti a pretendere risposte e sollecitare risultati – dimostra che un successo il presidente del Consiglio lo ha già portato a casa. Ed è un risultato essenziale: l’avere messo la questione tunisina al centro dei riflettori europei.

La missione a tre della Meloni con von der Leyen e Rutte

La visita a 3 di oggi nell’incontro di snodo di una situazione nevralgica che, dalla gestione dei flussi migratori alla crisi economica, attanaglia Tunisia. Coste italiane e confini europei. Un incontro che vede dunque la von der Leyen come garante di un possibile accordo con l’Ue, che garantirebbe 900 milioni di euro di aiuti ad un Paese sull’orlo del default. E la partecipazione del premier Rutte – accusato in Olanda di non fare abbastanza per fermare gli arrivi di migranti dall’Africa – mirata a sensibilizzare l’Unione sulle conseguenze di un collasso economico e istituzionale del Paese nordafricano. Un collasso sociale e un crak economico che renderebbe ingestibili e fuori controllo le partenze e gli sbarchi di centinaia di migliaia di migranti verso l’Italia e l’Europa.

La Meloni in Tunisia in veste di mediatrice con la Ue e nel nome dell’interesse nazionale

In tutto questo Giorgia Meloni, sulla rotta del suo piano Mattei per l’Africa, e che ha da tempo acceso i riflettori sulla Tunisia in Ue, ha assunto il ruolo di mediatrice nel nome dell’interesse nazionale. Il premier dunque, volata nuovamente da Saied, raccoglie i semi piantati in precedenti incontri. Con la certezza di aver gettato un ponte solido tra le due nazioni, con sbocco su Bruxelles. Un ponte che oggi la von der Leyen attraverserà come garante di un possibile accordo con l’Ue che garantirebbe 900 milioni di euro di aiuti alla Tunisia. E che vede Rutte intervenire sul fronte migratorio, divenuto incandescente. Un fronte in cui l’Italia è impegnata in prima linea: 26mila dei 50mila migranti arrivati in Italia da inizio anno sono salpati da città tunisine.

Il nodo dei fondi del Fmi legati alle riforme chieste a Saied

Nel frattempo il nostro ministro degli esteri Antonio Tajani tenterà di risolvere lo stallo in cui versa il piano di aiuti da un miliardo e 900 milioni di dollari messo sul piatto dal Fondo Monetario Internazionale. Sbloccare la situazione non è semplice: l’Fmi pretende dal presidente Saied un piano di riforme politiche ed economiche stringenti. Rispetto al quale il presidente tunisino si è più volte dimostrato riluttante. Una trattativa articolata in più punti e complessa, che il premier è decisa a sbloccare, chiedendo a Saied un po’ di flessibilità sulle riforme. Garantendone al tempo stesso però la sopravvivenza politica. Ma anche una trattativa che dovrà garantire all’Italia e all’Europa una valida contropartita su più fronti, compreso quello energetico. C’è tutto questo, e anche molto di più, in agenda. Ci sarà tutto questo, e molto di più, negli incontri di oggi di Giorgia Meloni in Tunisia.

 

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