“Menomale che Silvio c’é” al primo posto tra i brani virali di Spotify. L’autore: La sinistra mi ha odiato
Berlusconi è riuscito in un’altra impresa anche dopo la sua morte. Menomale che Silvio c’è, di Andrea Vantini. balza al primo posto della classifica Spotify «Viral 50 Italy». Il cantautore veronese scrisse il brano negli anni 2000. Cominciò a circolare nelle convention di Forza Italia fino a diventare, nel 2008, l’inno ufficiale della campagna elettorale. Quella che portò il Popolo della libertà alla vittoria. La colonna sonora del partito che, ottenendo quasi il 38% delle preferenze in quelle politiche, conferì al Cavaliere le chiavi del suo quarto e ultimo governo.
“Menomale che Silvio c’è” scala la vetta su Spotify subito dopo la morte del Cav
Vantini, salito in cima alla classifica nelle scorse ore, subito dopo la morte di Berlusconi, ha dichiarato all’Arena: «Mai mi sarei aspettato che il presidente Berlusconi mi chiamasse, all’epoca, e che quel brano avrebbe avuto un così grande successo. Sono davvero colpito». Il cantautore, in passato, aveva raccontato che l’invenzione di quel brano gli ha causato diversi problemi nel mondo musicale: «Se avessi fatto una canzone per Giorgio Almirante – ricorda il sito Open – avrei avuto meno ripercussioni negative sulla mia carriera. La mia colpa è aver scritto quelle parole che non si potevano dire, “Menomale che Silvio c’è”. Un’affermazione grave che il mondo dello spettacolo, foraggiato economicamente dalla sinistra, mi sta ancora facendo pagare. L’antipatia se non l’odio, che la sinistra provava per Berlusconi si è riflessa, in parte, su di me». Una testimonianza paradossale che la dice lunga.
“Menomale che Silvio c’è”, l’autore: “La sinistra non me lo ha mai perdonato”
Era il 2008 e quella canzone può essere considerata come l’ante litteram dei brani virali. A ogni convention veniva diffusa a volume altissimo all’ingresso del Presidente, per poi essere mantenuta in sottofondo per quasi tutta la durata degli interventi dei presenti. Una canzone talmente virale e popolare da essere intonata anche dai contestatori, attraverso parodie e storpiature. Significatico che questa canzone sia diventata virale nella settimana della sua morte, raggiungendo addirittura il primo posto della chart di Spotify: è l’ennesima dimostrazione dell‘impatto popolare che Berlusconi aveva e che ha riportato in auge un brano indipendentemente dalle sorti del partito da lui fondato.