Migranti, Piantedosi: “Affermata la dignità dell’Italia. Non saremo il centro di raccolta dell’Ue”
I risultati concreti e il metodo, che ha visto l’Italia centrale nel lavoro di mediazione per arrivare all’accordo. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dopo la “giornata impegnativa” al Consiglio Ue sui migranti, ha diversi motivi per dire che “siamo soddisfatti”. E, forse, il primo fra tutti è quell’affermazione di “dignità” che Roma ha messo sul tavolo, rifiutando gli indennizzi al posto dell’accoglienza da parte degli altri Stati membri. Perché c’è il principio e ci sono anche gli aspetti pratici: “L’Italia ritiene di avere una dignità di Paese fondatore dell’Unione e non abbiamo bisogno di compensazioni in denaro per diventare il centro di raccolta dell’Ue”.
Piantedosi: “Sui migranti un negoziato complesso”
In un’intervista col Corriere della Sera, il titolare del Viminale non ha nascosto che si è trattato di “un negoziato complesso”, rivendicando la capacità di mediazione messa in campo dall’Italia che è riuscita a spuntarla su “alcuni punti che ritenevamo fondamentali”. Fra questi la definizione di Paese sicuro per i rimpatri, che ora sarà in capo ai singoli Stati membri e “sulla quale abbiamo fatto convergere tutti i Paesi che avevano fatto blocco su questo”.
L’Italia riafferma la propria dignità: “Non saremo il centro di raccolta dell’Ue”
E, ancora, la questione della solidarietà obbligatoria, che riguarda la redistribuzione dei migranti. “Abbiamo preferito non accettare compensazioni in denaro che finanziassero all’Italia”, ha chiarito Piantedosi, rivendicando la tutela della “dignità” del nostro Paese e chiarendo che i soldi andranno invece “a finanziare un fondo appositamente istituito e gestito dalla Commissione Ue per realizzare progetti di quella cosiddetta dimensione esterna che per la prima volta viene concretizzata in atti dell’Ue e su cui ha sempre fatto pressione il governo Meloni da quando si è insediato in tutte le sedi possibili”.
Il ministro: “Il nostro governo durerà, ragioniamo su medio e lungo periodo”
Quanto, poi, alle procedure di frontiera Piantedosi ha ricordato che “le abbiamo anticipate, perché con il decreto legge approvato a Cutro le abbiamo previste e abbiamo ottenuto un sostegno finanziario e un sostegno logistico dall’Ue per la loro corretta realizzazione”. “C’è poi una clausola di rinegoziazione di uno o due anni a seconda dei vari oggetti: se ha funzionato si rinnova l’intesa o viceversa si cambia. Abbiamo accettato le procedure – ha spiegato ancora il ministro – perché l’Italia, la Grecia e Malta sono Paesi fisiologicamente di primo approdo: non è che se non si accetta di realizzare le infrastrutture per fare le procedure di frontiera i migranti sulle nostre coste non arrivano, quindi abbiamo preferito fare un discorso di lungo periodo”. “Siamo profondamente convinti – ha chiarito – che il nostro governo è un governo che durerà, che ha prospettiva e che deve pensare quindi a progetti di medio e lungo periodo”.
Roma imposta un nuovo metodo e la spunta nel merito
Ma oltre al merito, c’è anche il metodo, con il quale l’Italia è riuscita a segnare un cambio di passo nelle trattative e a definire una nuova geometria all’interno delle discussioni, ottenendo per esempio il sostegno dell’Olanda. “Ad un certo punto sulle posizioni dell’Italia si era creato un blocco di Paesi che ci avevano seguito sulle nostre perplessità e non era il solito schema del Mediterraneo contrapposto ai Paesi del Nord ma erano Paesi variamente distribuiti a livello geografico”, ha chiarito Piantedosi, rispondendo a una domanda di Francesca Basso, che firma l’intervista. “Poi – ha spiegato – si è trovata la mediazione sui punti che noi abbiamo posto e anche questi Paesi hanno ritenuto di accedere alla mediazione e hanno votato a favore quasi tutti”.
Piantedosi: “L’accordo sui migranti è sfidante, ma noi siamo all’altezza”
“L’Italia è stata centrale in una discussione importante”, ha rivendicato Piantedosi, sottolineando anche che “per la prima volta i casi Sar sono considerati sotto la responsabilità dell’Ue”. “I punti dell’accordo sono sfidanti ma ci sentiamo all’altezza e ci dà conforto il fatto che tutto avviene in un contesto di sostegno europeo concreto”, ha concluso il ministro, confermando che “ogni iniziativa importante viene condotta in raccordo con il presidente Meloni secondo una coerente linea di governo”.