Milano, sgominata la banda che sequestrava i dipendenti delle banche per rapinarle: cinque arresti

20 Giu 2023 9:25 - di Redazione
milano rapine banche

Erano pronti a mettere a segno un nuovo colpo i cinque uomini arrestati a Milano e considerati autori di due rapine a mano armata e con sequestro di dipendenti e clienti in altrettante banche cittadine tra giugno e dicembre 2020. La polizia li ha individuati analizzando le celle telefoniche e poi pedinandoli, durante i sopralluoghi per i nuovi furti.

Le due rapine con sequestro a Milano

I due colpi per i quali sono stati fermati avevano fruttato alla banda circa 130mila euro. Il primo risale al 15 giugno 2020, quando due uomini con il volto coperto, dopo aver atteso l’arrivo del primo dipendente di una banca di via Cesare Battisti, lo hanno agganciato e minacciato con le armi per entrare. Una volta dentro, i rapinatori, mentre aspettavano che arrivasse il direttore per sbloccare il bancomat e il caveau, hanno sequestrato tutte le persone, clienti e dipendenti, che erano entrate nell’istituto bancario privandolo dei telefoni cellulari prima di fuggire con un bottino di circa 90mila euro.

Lo stesso copione si è ripetuto in una rapina commessa in piazzale Susa l’11 dicembre 2020: anche in questa occasione due uomini armati e a volto coperto hanno atteso l’arrivo del primo dipendente per entrare nella banca, hanno aspettato l’arrivo del direttore per lo sblocco della cassaforte e del bancomat e, nel frattempo, hanno sequestrato tutte le persone che vi avevano fatto ingresso, uscendo poi con un bottino di circa 40mila euro.

I pedinamenti e la preparazione metodica dei colpi

Le indagini avviate dalla Squadra Mobile in occasione delle due rapine, commesse con identiche modalità segno evidente della stessa mano criminale, hanno permesso subito di ricostruire l’esatta e più ampia composizione della banda, composta non da due ma da cinque persone, ciascuna con il proprio ruolo: due erano dedicate all’assalto armato all’interno dell’istituto bancario, una fungeva da palo, un’altra operava da autista per esfiltrare il gruppo e un’ultima era dedicata alla logistica con il compito di intercettare le comunicazioni radio delle Forze dell’Ordine. Dopo aver individuato i rapinatori, la polizia ha iniziato a pedinarli, scoprendo la preparazione di nuovi colpi che prevedeva passaggi ben precisi: i sopralluoghi, l’individuazione del dipendente che apriva, quella del direttore, lo studio dei movimenti dei due, anche privati.

Per continuare a leggere l'articolo sostienici oppure accedi