Montanari insiste e provoca: “Il lutto per Berlusconi getta fango sull’Italia”. Cerca l’incidente?

14 Giu 2023 14:04 - di Stefania Campitelli

Dice di esercitare un diritto di resistenza. Di difendere la dignità della nazione trascinata nel fango. Insiste e provoca Tomaso Montanari, rettore dell’Università per stranieri di Siena, che si è rifiutato di esporre a mezz’asta le bandiere dell’ateneo in segno di lutto per la morte di Silvio Berlusconi. Sarebbe diseducativo.

Montanari insiste contro il lutto nazionale per la morte di Berlusconi

Oggi in un intervento sul Fatto Quotidiano, che volentieri si presta all’operazione anti Berlusconi post mortem, il professore negazionista delle foibe e coccolato dall’Anpi, alza i toni per farsi notare bene. Come se non bastassero le polemiche scatenate dal suo primo tweet. E poi esibite come una medaglia contro il “Cavaliere del male” nella sua telefonata   durante diMartedi sollecitato da Floris. Il professore militante, che non è nuovo ad attacchi contro  il ‘pericoloso’ governo Meloni, rincara la dose.

Magari nella speranza di ricevere critiche, anche pesanti viste le circostanze, e potersi ergere a vittima della violenza delle destra. Di sicuro un eroe per quei compagni cresciuti  a pane e antiberlusconismo che hanno festeggiato in piazza la morte del nemico.  “La mia università”, dice come se fosse una proprietà privata,” si riconosce in un’altra idea di Stato. Come rettore, mai avrei pensato di dover prendere una posizione sulla morte di Silvio Berlusconi. Se sono stato costretto a farlo è a causa della inaudita decisione del governo Meloni di indire tre giorni di lutto nazionale”.  Così su Facebook.

Le bandiere a mezz’asta infangherebbero l’Italia

Poiché la sua coscienza gli impedisce di dire sì al lutto per Berlusconi, annuncia di aver scritto una lettera privata di spiegazioni alla comunità accademica. Che oggi decide di rendere pubblica. “La Costituzione della Repubblica protegge la sua autonomia dal potere esecutivo: proprio l’autonomia che rivendico in questo scostamento dall’indicazione della Presidenza del Consiglio”, spiega il docente dell’università per stranieri dalle colonne del quotidiano di Travaglio. Che rischia tre mesi di carcere e una ammenda fino a 200 euro è secondo l’articolo 650 del Codice penale.

Niente pietas per il nemico

“La mia convinzione è che una università che si inchini nell’omaggio alla figura di Silvio Berlusconi perda ogni credibilità, educativa e morale”. Parole che grondano odio ideologico a dispetto dell’intelligenza, del pudore e della storia. Montanari, che pure qualche libro deve averlo letto, non conosce quella pietas che viene dall’antichità. Un sentimento prezioso. Invece si infila, anzi fa da apripista, alle impensabili polemiche sull’opportunità del lutto nazionale.

Berlusconi non merita rispetto per i “conclamati” rapporti con la mafia

“A questa scelta io ne oppongo una che, invece, non è affatto politica ma puramente istituzionale”. Quale sarebbe? “Berlusconi è stato condannato con sentenza passata in giudicato per frode fiscale”. Poi, neanche a dirlo, tira fuori i “conclamati” (per lui)  rapporti con Cosa nostra”. Proprio come quei ‘sinceri democratici” di Potere al Popolo che hanno diffuso la grafica “Lutto Stato-Mafia non in mio nome”.

Il livore ideologico del prof che rischia tre mesi di carcere

“Cosa dovrebbero pensare le colleghe, e ancor più le studentesse, della mia università, varcando nella soglia sotto bandiere a mezz’asta in onore di chi ha violato sistematicamente la dignità delle donne?”. La faziosità acceca. Ma non sorprende. Per la cronaca Montanari è lo stesso che mise in bocca al premier Meloni frasi mai pronunciate sulla sostituzione etnica. Lo stesso che ha sostenuto che definì il Giorno del Ricordo uno strumento della destra italiana per costruire un’anti-narrazione fascista. 

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