Occhetto piange il ‘nemico’ Berlusconi: “Meloni è l’unico erede, sul bipolarismo fece un capolavoro”

13 Giu 2023 8:09 - di Carlo Marini

«Per me Silvio Berlusconi è stato un avversario politico, che ho sempre trattato con rispetto, anche durante il famoso braccio di ferro in tv del ’94». Lo dice in una intervista a Repubblica Achille Occhetto, 87 anni, ex segretario del vecchio Pci, poi Pds.

L’ultimo leader dei comunisti italiani, Achille Occhetto, che a quelle elezioni con la sua “gioiosa macchina da guerra” fu sconfitto dal Polo delle libertà, parla dell’avversario che ha messo fine alla sua vita politica. Dopo quella sconfitta l’allora astro nascente della sinistra finì infatti rapidamente nel dimenticatoio.

Occhetto sul ‘nemico’ Berlusconi: “L’ho sempre trattato con rispetto”

Occhetto declina un’analisi da perfetto veterocomunista, sostenendo che Berlusconi ha segnato il passaggio “non dalla Prima alla Seconda Repubblica, bensì dalla Repubblica dei partiti al populismo, di cui è stato un inventore, antesignano di Trump. Il suo capolavoro è stato quello di avere interpretato lo spartito del bipolarismo, che non fu inventato da lui, bensì dal movimento referendario di Segni di cui mi onoro di essere stato comprimario, ma il suo capolavoro è di averlo interpretato in modo originale, mettendo assieme ciò che rimaneva del quadripartito, un partito ultranazionalista di destra e uno separatista anti-nazionalista. Un’epoca, preparata a partire dalle stragi del ’93 che non furono di sola mafia, e favorita dall’impoverimento culturale propagato dalle sue televisioni”.

“La gioiosa macchina da guerra era una frase scherzosa”

“La sua grande innovazione, che per me non è un merito, è aver confuso libertà con arbitrio, gettando nell’animo degli italiani lo spregio per le regole e per le tasse, con la sua famosa frase dello Stato che mette le mani nelle tasche dei cittadini, da cui ora nasce la reinvenzione del ‘pizzo di Stato’. Negli anni ha messo in ombra i pochi liberali di grande prestigio che l’avevano seguito, come Martino, e ha impiantato nel centro i germi della destra. Ha fatto l’apprendista stregone, lasciando come unica eredità Giorgia Meloni e molti miliardi ai figli, con l’aiuto dell’odiato Stato”.

“La sinistra ha rinunciato fin dall’inizio a un’analisi alta, sistemica. Pensiamo al ridicolo: avere usato una mia frase scherzosa, la gioiosa macchina da guerra, per dire che aveva spaventato gli italiani, come unica analisi del risultato elettorale, invece di concentrarsi sul conflitto d’interessi. Si è aperta la strada degli inciuci. Berlusconi è stato più volte graziato dalla sinistra”.

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