Otto mesi di governo, l’economista Guida: “Esecutivo promosso, dimostrati coraggio e incisività”

26 Giu 2023 15:04 - di Paolo Cortese

Roberto Guida, docente di economia, top manager del gruppo Marzotto Venture e Presidente dell’European Financial Management Association, dà un giudizio positivo dei primi otto mesi del governo Meloni.

Professore lei è intervenuto più volte sui temi del Pnrr e dello stato dell’economia. Che ne pensa dei primi otto mesi del governo?

Dopo otto mesi – dice – il governo Meloni può essere certamente promosso. Lo si vede dai risultati confortanti che riguardano la crescita del Pil e l’occupazione, nonostante un’inflazione che continua a colpire l’eurozona.

Nei giorni scorsi è stato pubblicato il dato relativo al Sud che incredibilmente traina la ripresa occupazionale italiana.

Penso che ci siano potenzialità enormi se guardiamo ai fondi di coesione e al Pnrr. Importante il dato sull’aumento delle assunzioni per gli over cinquanta. Il Mezzogiorno ha la capacità di puntare sia sulla crescita dell’economia materiale, principalmente turismo e agricoltura, sia quella dei servizi. La sua rete universitaria è notevole e forse sottovalutata.

Sul Pnrr qual è il suo giudizio?

Che forse sarà impossibile spendere tutto entro la scadenza e che sarebbe auspicabile una proroga. Ma il cuore degli investimenti infrastrutturali può cambiare l’Italia e il Sud in particolare e non deve essere disperso. Bisognava ai tempi di Conte e Draghi stabilire regole di ingaggio più stringenti, obbligare i comuni piccoli a una consociazione. E poi c’è il tema delle Regioni, che storicamente rallentano ogni processo. Tutto questo avviene mentre siamo reduci da 15 anni di blocco del turnover con gli enti locali ridotti all’osso.

Cosa le piace di più del governo Meloni?

La capacità di affrontare l’emergenza attraverso un messaggio di intrapresa che non dimentica il valore sociale e l’approccio equilibrato. Avere destinato due terzi della legge finanziaria a contrastare il caro energetico è stato importante, mentre chi chiedeva di mettere dodici miliardi a debito sul carburante aveva torto, come ha dimostrato il mercato.

Quali sono i problemi all’orizzonte?

La guerra in Ucraina, con i fatti di Mosca, favorirà l’aumento dei prezzi di gas e petrolio. È una questione molto seria. E poi l’inflazione: la BCE potrebbe rialzare ancora i tassi, anche se molti prevedono che nella seconda metà dell’anno l’inflazione calerà.

Sulla riforma delle pensioni qual è il suo giudizio?

Bisogna agire con realismo e pensare alle sacche di precariato che hanno contribuzioni diverse. Non si può ritenere che tutti i settori siano uguali. Per gli amministrativi e i lavori non usuranti bisogna prevedere la facoltà di andare in pensione a settant’anni e fare in modo che i contributi possano essere totalizzati. Il Governo deve sfruttare le divergenze esistenti nel mondo sindacale. La CISL ha proposto la partecipazione dei lavoratori nelle aziende. È un tema caro alla destra sociale che può essere un vera opportunità.

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