Papa Francesco racconta ai fedeli la breve vita di Santa Teresa, il suo dolore e i suoi sacrifici
«Non si diventa cristiani perché forzati da qualcuno, ma perché toccati dall’amore». Lo sottolinea il Papa Francesco che, nel corso dell’udienza generale in piazza San Pietro, racconta la vita di Santa Teresa di Gesù Bambino. «Sono qui davanti a noi le sue reliquie, è la patrona universale delle missioni», dice ai fedeli dopo aver deposto una rosa. «Oggi, lasciamoci aiutare dalla sua testimonianza. Lei nacque 150 anni fa. E in questo anniversario ho intenzione di dedicarle una Lettera Apostolica».
Papa Francesco e la breve vita di Santa Teresa
Bergoglio racconta la breve vita della Santa: «È patrona delle missioni, ma non è mai stata in missione. Era una monaca carmelitana e la sua vita fu all’insegna della piccolezza e della debolezza. Lei stessa si definiva “un piccolo granello di sabbia”. Di salute cagionevole, morì a soli 24 anni. Ma se il suo corpo era infermo, il suo cuore era vibrante, missionario. Nel suo “diario” racconta che essere missionaria era il suo desiderio. E che voleva esserlo non solo per qualche anno, ma per tutta la vita. Anzi, fino alla fine del mondo».
«Dalle sorelle monache spesso non fu capita»
«Santa Teresa», prosegue Papa Francesco, «fu “sorella spirituale” di diversi missionari. Dal monastero li accompagnava con le sue lettere, con la preghiera e offrendo per loro continui sacrifici. Senza apparire intercedeva per le missioni, come un motore che – nascosto – dà a un veicolo la forza di andare avanti. Tuttavia dalle sorelle monache spesso non fu capita. Ebbe da loro “più spine che rose”, ma accettò tutto con amore, con pazienza, offrendo, insieme alla malattia, anche i giudizi e le incomprensioni. E lo fece con gioia, per i bisogni della Chiesa, perché, come diceva, fossero sparse “rose su tutti”. Soprattutto sui più lontani».
La storia del criminale condannato a morte
Papa Francesco racconta ai fedeli in piazza San Pietro due episodi avvenuti prima che Santa Teresa entrasse in monastero. Uno, in particolare, emblematico: «Viene a conoscenza di un criminale condannato a morte per crimini orribili, Enrico Pranzini. Ritenuto colpevole del brutale omicidio di tre persone, è destinato alla ghigliottina, ma non vuole ricevere i conforti della fede. Teresa lo prende a cuore e fa tutto ciò che può. Prega in ogni modo per la sua conversione, perché lui che, con compassione fraterna, chiama “povero disgraziato Pranzini”, abbia un piccolo segno di pentimento e faccia spazio alla misericordia di Dio, in cui Teresa confida ciecamente».
Il bacio al Crocifisso
«Avviene l’esecuzione», racconta ancora Bergoglio. «Il giorno dopo Teresa legge sul giornale che Pranzini, appena prima di poggiare la testa nel patibolo, a un tratto, colto da un’ispirazione improvvisa, si volta, afferra un Crocifisso che il sacerdote gli presentava e bacia per tre volte le piaghe sacre di Gesù. La Santa commenta: “Poi la sua anima andò a ricevere la sentenza misericordiosa di Colui che dichiarò che in Cielo ci sarà più gioia per un solo peccatore che fa penitenza che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza!”. Ecco la forza dell’intercessione mossa dalla carità, ecco il motore della missione».
Papa Francesco e il significato della missione di Santa Teresa
Sottolinea Papa Francesco: «I missionari, di cui Santa Teresa è patrona, non sono solo quelli che fanno tanta strada, imparano lingue nuove. Fanno opere di bene e sono bravi ad annunciare. No, missionario è chiunque vive, dove si trova, come strumento dell’amore di Dio; è chi fa di tutto perché, attraverso la sua testimonianza, la sua preghiera, la sua intercessione, Gesù passi. Questo è lo zelo apostolico che, ricordiamolo sempre, non funziona mai per proselitismo o per costrizione, ma per attrazione. Alla Chiesa, prima di tanti mezzi, metodi e strutture, che a volte distolgono dall’essenziale, occorrono cuori come quello di Teresa, cuori che attirano all’amore e avvicinano a Dio».