Pensioni, a luglio arrivano gli aumenti arretrati sbloccati dal governo. Ma Landini lancia lo sciopero…
Nel giorno in cui il leader della Cgil Maurizio Landini annuncia la mobilitazione del sindacato e lo sciopero generale contro il governo, sul tema pensioni, ma non solo, l’Inps annuncia che arriveranno nel mese di luglio gli arretrati dell’aumento delle pensioni minime introdotti con l’ultima legge di Bilancio da parte del governo Meloni. Un paradosso che si spiega con la solita logica del sindacato che sta “contro” a prescindere, perfino quando arrivano dei vantaggi per i propri iscritti. L’Inps annuncia che si tratta dell’incremento riconosciuto ai titolari di pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo per il periodo compreso tra il primo gennaio 2023 al 31 dicembre 2024, per contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche registrate e attese per gli anni 2022 e 2023.
Pensioni, arrivano gli arretrati: a chi spettano
L’incremento è pari a 1,5 punti percentuali per l’anno 2023, elevato al 6,4% per i pensionati di età superiore a 75 anni, e di 2,7 punti percentuali per il 2024 senza distinzione di età, con riferimento all’importo mensile lordo dei trattamenti pensionistici complessivamente spettanti al beneficiario, che deve risultare pari o inferiore all’importo del trattamento minimo Inps vigente. Con il pagamento di luglio saranno corrisposti anche gli arretrati spettanti dal gennaio 2023 o dalla decorrenza della pensione, se successiva, e l’importo sarà evidenziato sul cedolino di dettaglio del pagamento con un’apposita voce.
E il sindacato? Sulle pensioni “finora non è stato fatto assolutamente nulla, e stiamo ritornando alla Fornero” invece “serve una riforma e servono risorse”, dice ad Agorà su Rai 3 il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. “Il governo ha fatto delle promesse e non ne ha rispettato neanche una e continua a fare cassa sulle pensioni”, aggiunge.