Pnrr, Violante smaschera Conte e il Pd: “Furono loro a introdurre limitazioni alla Corte dei Conti”
Luciano Violante dà un colpo alla sinistra. Per l’ex presidente della Camera il contrasto tra politica e magistratura sul Pnrr è un «bisticcio infondato». Lo spiega nel corso di un lungo colloquio con il Corriere della Sera. Paletti alla Corte dei conti, scudo per il danno erariale, magistrati in rivolta. Come stanno le cose? «È un bisticcio infondato -ribadisce, facendo un excursus temporale- . Il governo Draghi presentò nel maggio 2021 un decreto legge, convertito in legge nel luglio 2021, che escludeva il controllo concomitante della Corte dei conti sulle procedure relative al Pnrr“. Un ceffone assestato in pieno volto alla sinistra, al Pd, al M5S e a tutti quei quotidiani – Repubblica e Stampa in testa- che oggi parlano di scontro tra governo Meloni e magistratura e di deriva autoritaria. O meglio “orbaniana”, secondo il trend degli ultimi tempi. La Camera ha appena approvato, la questione di fiducia posta dal governo al disegno di legge che converte il decreto sulla pubblica amministrazione: 203 voti a favore, 34 contrari e tre astenuti.
Pnrr, Violante, lo scontro governo Corte dei conti è un “bisticcio infondato”
Prosegue Violante riprendendo il filo del discorso. Eravamo rimasti al luglio 2021. “Nel novembre successivo, quattro mesi dopo, la Corte dei Conti istituì il Collegio per il controllo concomitante. Che era stato previsto da una legge del 2009, precedente di undici anni, ma disattesa sino a quel momento. Questo Collegio è intervenuto per più di 40 volte su procedure Pnrr. Di qui la necessità di un nuovo decreto legge per confermare quanto aveva già deciso il governo Draghi. Questa regolazione, come quella del governo Draghi, non ha indebolito la vigilanza perché il controllo in corso d’opera compete alla Commissione europea». L’analisi di Violante è circostanziata da date e fatti. E naturalmente non si può certo accusarlo di “intelligenza col nemico”. Ma non è tutto.
Pnrr, Violante: “Furono il Conte 2 e Draghi a introdurre limiti ai giudici contabili”
L’opposizione al governo si ostina a parlare di “messa a regime” e il Pd ha un vuoto di memoria. Ma anche in questo caso Violante smaschera l’operato dei precedenti governi. «Il secondo intervento delimita la responsabilità contabile dei dipendenti pubblici al dolo e alla colpa grave in caso di omissioni. La limitazione, motivata per l’incertezza delle leggi, é stata introdotta dal Governo Conte 2 e prorogata al 30 giugno 2023 dal governo Draghi. L’attuale governo la proroga di un altro anno, sino al 30 giugno 2024 – analizza Violante- in vista di un riassetto della responsabilità amministrativa e contabile dei dipendenti pubblici. Quindi è una disposizione temporanea, come le precedenti, non una messa a regime».
“Il Pd? A volte prevale una vocazione minoritaria”
Sulla difficoltà ad usare buona parte dei fondi Violante è altrettanto schietto e onesto intellettualmente: «Il Pnrr ha messo a nudo alcune nostre storiche fragilità. Oggi tra i giovani dai 15 ai 29 anni , uno su cinque non studia e non lavora; ma un milione e duecentomila posti di lavoro sono vacanti per mancanza di competenze. È un paradosso, una stagflazione dell’occupazione. Ancora: l’autostrada del Sole fu costruita in soli otto anni. Oggi quel tempo sarebbe appena sufficiente per gli studi preliminari. Io preferirei che volessimo bene all’Italia più che ai nostri partiti, di maggioranza o di opposizione; e che costruissimo le competenze necessarie a una moderna democrazia industriale, invece di bisticciare sui poteri della Corte dei conti. Possiamo esserne capaci, come nella ricostruzione del ponte di Genova».
“Dico responsabilmente quello che penso”
Sul Pd e il travaglio che sta vivendo il partito è lapidario: «Quanto al Pd a volte sembra prevalere una vocazione minoritaria». E rigetta ogni accusa di “intelligenza con il nemico”. Sul fascismo, sul premierato, e ora sul Pnrr afferma di non avere alcun ruolo: «Nessun ruolo e nessun consiglio. Dico responsabilmente quello che penso; mi pare che non sia la prima volta».