Processo Scagni, la teoria di Ilaria Cucchi e la voglia di impunità. L’imputato: “Forse me la cavo con 10 anni”
Continua in corte d’assise a Genova il processo a carico d Alberto Scagni, reo di avere ucciso il 1 maggio del 2022, a Genova, la sorella Alice. Oggi in aula a testimoniare il papà dell’imputato ( e ovviamente della defunta ) Alberto e la psichiatra Laura Cassola, accusata dagli stessi genitori di non essere intervenuta preventivamente con un ricovero a bloccare l’omicida. Una tesi non condivisa dal vedovo di Alice, Gianluca Calzona, patrocinato da uno dei principi del foro genovese, Andrea Vernazza.
I genitori di Alberto, Graziano Scagni e Antonella Zarri, hanno ritirato la costituzione di parte civile in polemica con la corte di assise che non ha ammesso le testimonianze loro richieste.
La psichiatra “Andava denunciato”
Intervenendo in aula Laura Cassola, indagata in un altro procedimento con due agenti di polizia a seguito della denuncia dei genitori di Alberto Scagni, ha detto di avere riferito ai genitori dell’uomo di “procedere a denuncia per le minacce effettuate”. Minacce, ha precisato Graziano Scagni,, che non raggiunsero mai lo scontro fisico. Alberto, consumatore abituale di cannabis e forte bevitore, chiedeva continuamente denaro alla famiglia.
Le perizie contrastanti, il consulente del Pm: “E’ un simulatore”
La perizia psichiatrica effettuata da Elvezio Pirfo esclude patologie psicotiche e diagnostica ad Alberto Scagni un disturbo misto di personalità, con conseguente seminfermità mentale. Una perizia fortemente contestata dal consulente dell’accusa, Giacomo Mongodi ,che definisce l’imputato un simulatore privo di qualsiasi patologia mentale. Gianluca Calzona, attraverso il suo consulente, Marco Lagazzi, sostiene l’assenza di disturbi psichiatrici nel cognato.
La teoria Cucchi e lo “Stato colpevole”
Tre settimane fa è uscita fuori una lettera di Ilaria Cucchi, senatrice di Avs e sorella di Stefano, ai genitori di Alberto e Alice. Una lunga missiva nella quale la parlamentare accusa lo Stato di non avere impedito l’omicidio e lo paragona, per certi versi, a quanto dovette subire il fratello Stefano riconosciuto vittima dei pestaggi subiti in questura dopo un arresto per droga. L’intervento della Cucchi è apparso inopportuno poiché il suo compagno di vita, Fabio Anselmo, è il legale dei genitori di Alberto Scagni.
Il rischio della seminfermità e “me la cavo con dieci anni”
Esponenti del centrodestra hanno paventato il rischio che Scagni possa ottenere la seminfermità e scampare così all’ergastolo. Il perito del Gip, Elvezio Pirfo, è lo stesso che nei giorni scorsi ha riconosciuto un vizio parziale di mente al neonazista Gabriel Girardet e che suscitò polemiche, negli anni scorsi, firmando un’incompatibilità con il regime carcerario per il boss della ndrangheta Giulio Lampada, pur non essendo sofferente di nessun disturbo psichiatrico. Intercettato mesi fa in carcere, Alberto Scagni ha detto d sperare di cavarsela ” con dieci anni di carcere”.