Putin ricorda Berlusconi: un amico saggio e lungimirante. L’amicizia messa in crisi dalla guerra in Ucraina
Un vero “amico”. Così il presidente russo Vladimir Putin ricorda Silvio Berlusconi, scomparso oggi all’età di 86 anni. ”In Russia verrà ricordato come un sostenitore coerente e di principio del rafforzamento delle relazioni amichevoli tra i due paesi” Italia e Russia, ha detto Putin secondo quando riferisce il Cremlino in una nota. La sua morte, ha proseguito il presidente russo, ”è una perdita irreparabile e un grande dolore”. Putin ricorda infatti che di Berlusconi ”ammirava sinceramente la saggezza e la capacità di prendere decisioni lungimiranti”.
Putin ha quindi espresso ”sincero cordoglio e sostegno alla famiglia e agli amici di Silvio. Auguro a tutti voi di avere la forza per affrontare questa grave perdita”. Il leader del Cremlino ricorda inoltre che Berlusconi ha dato ”un vero e proprio inestimabile contributo personale allo sviluppo di partenariati italo-russi reciprocamente vantaggiosi”.
Il rapporto di Berlusconi con Putin è di lunga data. Nacque, raccontò l’ex Cavaliere, durante il G8 di Genova nel luglio del 2001, quando Berlusconi si adoperò per far sì che i Grandi del mondo (dall’americano George Bush, al britannico Tony Blair) mettessero da parte le diffidenze nei confronti del presidente russo con un passato da agente segreto del Kgb.
Una tappa importante di questo rapporto c’è stata a Pratica di mare nel 2002 con l’intesa storica tra la Federazione russa e la Nato con la firma della Dichiarazione di Roma.
I rapporti con il presidente russo non si sono mai del tutto interrotti tanto che diversi opinionisti hanno suggerito di utilizzare Berlusconi come mediatore nei negoziati tra Russia e Ucraina. Il leader azzurro aveva comunque condannato la decisione della Russia di invadere l’Ucraina. Così si esprimeva infatti nell’aprile di un anno fa: «Non posso e non voglio nascondere di essere profondamente deluso e addolorato dal comportamento di Vladimir Putin, che si è assunto una gravissima responsabilità di fronte al mondo intero».
Quindi cercò di giustificare l’amico Putin con questa analisi: “È stata una decisione sbagliata, io so che Putin è stato forzato dal suo paese, dalla sua gente. Dai suoi uomini, dal partito comunista a intervenire per difendere le repubbliche del Donbass dall’Ucraina. Ma adesso si trova ad avere dimostrato che le sue truppe non sono davvero l’armata invincibile”.
Da ultimo Berlusconi aveva avuto parole di forte critica nei confronti di Zelensky. Un “signore” – disse Berlusconi – che avrebbe dovuto cessare di attaccare le due Repubbliche autonome del Donbass per evitare una guerra sanguinosa.