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Qatargate, Cozzolino (Pd) in stato di fermo. Il giudice Claise lascia l’inchiesta

Politica - di Gigliola Bardi - 20 Giugno 2023 - AGGIORNATO 20 Giugno 2023 alle 16:25

Colpo di scena nell’inchiesta sul Qatargate: il giudice istruttore, Michel Claise, a capo dell’inchiesta, si è dimesso nella serata di ieri per un potenziale conflitto di interesse che riguarderebbe il figlio. La direzione del dossier sarà ora affidata a un altro giudice istruttore, già intervenuto sul caso a più riprese. La notizia, di cui ha dato conto il quotidiano Le Soir, è arrivata dopo che Claise ha condotto un interrogatorio fiume dell’europarlamentare Pd, attualmente sospeso, Andrea Cozzolino, che ha passato la notte nel Palazzo di Giustizia a Bruxelles.

Cozzolino in stato di fermo dopo un interrogatorio fiume

Cozzolino era arrivato ieri in Belgio, dopo la revoca dei domiciliari da parte della Corte d’Appello di Napoli. Al termine dell’interrogatorio, durato circa 4 ore, è stato posto in stato di fermo. Stamattina sarà nuovamente interrogato, poi il giudice, secondo quanto riferito da un portavoce della procura federale belga, dopo averne verificato la testimonianza, “deciderà se convalidare il fermo o disporre il suo rilascio sotto condizioni o con il regime di braccialetto elettronico”.

Oggi un nuovo colloquio con i magistrati e la conferma o meno del provvedimento

Secondo la giustizia belga, Andrea Cozzolino, presidente dal 2019 della Delegazione per i rapporti con i Paesi del Maghreb, avrebbe “indebitamente ricevuto (…) denaro per esercitare le sue funzioni parlamentari europee in modo tale da promuovere gli interessi del Marocco all’interno il Parlamento Europeo”. Accuse che l’eurodeputato ha sempre respinto con fermezza. “Il mio cliente contesta ancora oggi di essersi lasciato corrompere”, ha sottolineato l’avvocato Dimitri de Béco, che difende l’europarlamentare insieme ai colleghi Federico Conte e Dezio Ferraro.

Gli avvocati: “Ha risposto a tutto e contesta gli addebiti del Qatargate”

“Cozzolino ha risposto a tutte le domande poste dal giudice Claise, contestando gli addebiti e ricostruendo nel dettaglio la sua attività parlamentare sui dossier del Marocco e del Qatar. Resterà a disposizione delle autorità belga per il prosieguo delle attività investigative”, hanno chiarito poi i legali in merito all’interrogatorio, che in merito alla decisione di Claise di lasciare l’inchiesta, parlando con l’agenzia di stampa Adnkronos, hanno detto che “prendiamo atto di una decisione che riguarda l’indagine, ma che conferma totalmente la linea difensiva dell’onorevole Cozzolino​. È un dato di fatto che si sia ritirato dopo il nostro interrogatorio​”.

Il possibile conflitto di interessi del giudice Claise, a capo dell’inchiesta sul Qatargate

La decisione di Claise di ritirarsi dal dossier Qatargate, secondo quanto riferito da Le Soir, sarebbe una “misura di precauzione, per permettere alla giustizia di proseguire il suo lavoro serenamente”. Secondo Le Soir e altri media belgi con Dhnet.be e La Libre, che riportano un comunicato della Procura Federale di ieri sera, “nel dossier riguardante sospetti di corruzione in seno al Parlamento Europeo sono emersi recentemente degli elementi” che “potrebbero suscitare degli interrogativi sul funzionamento oggettivo dell’inchiesta. Come misura di precauzione, per permettere alla giustizia di lavorare serenamente e mantenere una necessaria separazione tra la vita privata e familiare e le responsabilità professionali, il giudice ci informa di avere deciso questa sera di ritirarsi dal dossier. Questo malgrado l’assenza di elementi effettivi che possano mettere in dubbio la probità di ciascuno e il lavoro conseguente che gli investigatori e lui stesso hanno compiuto in questa inchiesta”.

Il caso tirato fuori dall’avvocato di Marc Tarabella

Nello specifico la decisione di Claise di lasciare l’inchiesta sul Qatargate sarebbe dovuta al fatto che il figlio del magistrato e quello dell’eurodeputata Marie Arena, non indagata ma il cui nome è citato nel fascicolo del caso, avrebbero creato insieme una società nel 2018. Una vicenda che sarebbe stata fatta emergere dall’avvocato di Marc Tarabella, Maxim Töller. In particolare, a quanto riporta la testata belga, il figlio maggiore di Claise, Nicolas, e il figlio di Marie Arena, Ugo, nel 2018 avrebbero “co-fondato in quote paritetiche con altri cinque investitori” una società specializzata nella vendita di cannabis legale.

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di Gigliola Bardi - 20 Giugno 2023