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Rdc, truffa nel Trapanese: 23 furbetti si dicevano senzatetto ma vivevano con persone abbienti

Cronaca - di Redazione - 6 Giugno 2023 - AGGIORNATO 6 Giugno 2023 alle 15:22

Beffa Rdc, la Gdf stana altri ventitré furbetti nel Trapanese, che si aggiungono alla sterminata lista di assistiti dallo Stato con beffa. I finanzieri del Comando provinciale di Trapani li stanano con l’operazione Ghost house e fanno luce su una truffa all’Inps per oltre 230mila euro. Coniugi e intere famiglie che, dopo accertamenti “sul campo” (rilevamenti, sopralluoghi, appostamenti, pedinamenti), sono risultati illegittimamente destinatari del beneficio, con tanto di redditi e beni che ne smentivano il diritto a percepirlo. Ma procediamo con ordine.

Rdc, l’ultima truffa dei furbetti del sussidio di Stato nel Trapanese

Le indagini della Gdf di Trapani sollevano l’ultimo velo su una beffa in corso dal minuto dopo il varo della misura del governo Conte. Un provvedimento fortemente voluto e rivendicato dai grillini. E allora, venendo ad oggi, l’elenco dei furbetti e delle truffe si allunga, e aumenta la portata del danno e della beffa. Per esempio, si apprende dall’Adnkronos che riporta i dettagli dell’indagine, che c’erano coniugi che, pur conviventi, a fronte di false residenze anagrafiche usufruivano entrambi del reddito di cittadinanza. E chi, pur risultando iscritto nella “via della casa comunale” – una possibilità riconosciuta dalla legge a persone che risultano senza fissa dimora. E che eleggono domicilio all’interno del comune in una via, territorialmente non esistente, ma riconosciuta con un nome convenzionale dato dall’ufficiale dell’Anagrafe – di fatto risiedeva in altri luoghi.

La Gdf scopre 23 nuovi “furbetti del Rdc” e una truffa da 230.000 euro

In totale, ventitré furbetti del reddito di cittadinanza. Gli ultimi di una lunga serie, che stavolta sono stati scoperti dai finanzieri del Comando provinciale di Trapani. I quali, con l’operazione Ghost house hanno fatto luce su una truffa all’Inps a sei zeri. Una truffa da oltre 230mila euro. Le Fiamme gialle, dopo l’acquisizione della documentazione relativa a decine di famiglie formalmente residenti nella “via della casa comunale” del Comune di Marsala. E dopo aver esaminato i casi, incrociandoli con le banche dati in uso al Corpo, grazie anche ai riscontri conseguiti con sopralluoghi, appostamenti e pedinamenti, hanno scoperto che numerosi beneficiari del Rdc, pur avendo la residenza dichiarata nella “via della casa comunale”, di fatto risiedevano in altri luoghi. Non solo, anzi soprattutto, con persone diverse rispetto a quelle indicate nelle domande per il beneficio. Persone che avevano redditi (anche elevati) assolutamente incompatibili con la percezione del beneficio.

Le indagini: riscontri e incroci anche con pedinamenti, appostamenti, sopralluoghi

In alcuni casi, si trattava addirittura di coniugi che, pur conviventi, ma a fronte di residenze anagrafiche “fittizie” e differenti, usufruivano di un abusivo “sdoppiamento” del beneficio, conseguito attraverso separate domande di ammissione, precedute da repentine e apparentemente inspiegabili variazione anagrafiche, con l’iscrizione alla casa comunale. I 23 furbetti del Rdc, segnalati all’autorità giudiziaria, avrebbero percepito indebitamente un contributo complessivo pari a circa 110.000 euro. Inoltre, il tempestivo intervento delle Fiamme gialle che hanno immediatamente informato l’istituto previdenziale, ha evitato che ulteriori somme, per circa 120.000 euro, fossero intascate dagli indebiti percettori, che sono stati tutti obbligati a restituire allo Stato gli importi ottenuti.

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di Redazione - 6 Giugno 2023