Sgarbi: “Senza la discesa in campo di Berlusconi avremmo avuto una dittatura giudiziaria”
“Silvio Berlusconi è stato un combattente della resistenza per la democrazia”. Vittorio Sgarbi giudica così l’eredità politica che lascia l’ex presidente del Consiglio, morto oggi al San Raffaele di Milano all’età di 86 anni. “In realtà – dice il critico d’arte – io che nel 1993 ero già suo amico, e ho sempre mantenuto un rapporto più privato che pubblico seguendo la sua avventura politica, devo ricordare che ci sarebbe stata una dittatura. L’azione giudiziaria, che era diventata azione politica, aveva cancellato di fatto i partiti”. Per il sottosegretario alla Cultura, infatti, senza la scesa in campo dell’ex premier, l’Italia avrebbe conosciuto una stagione ben diversa dopo le secchie della fine della prima repubblica.
Sgarbi: Berlusconi fu un combattente della resistenza per la democrazia
“Le persone non si ricordano che un tempo c’erano il Psi, il Pri, il partito Liberale e quello socialdemocratico, tutti partiti spariti. L’unico sopravvissuto a Tangentopoli era il Partito comunista o Pd”, aggiunge Sgarbi. “Che avrebbe fatto un governo che nasceva dalla posizione assunta dai magistrati. Con la fine di Craxi e Andreotti ci sarebbero stati una dittatura e un regime giudiziario. E avremmo avuto un partito unico della giustizia, dell’onestà, un partito al quale non c’era la possibilità di un’alternativa”.
Senza il Cavaliere avremmo avuto una dittatura
Il Cavaliere, invece, “ha consentito che ci fosse un’alternativa” creando le basi per la nascita del “bipolarismo in cui siamo vissuti negli ultimi trent’anni. Questa è l’eredità importante di Berlusconi in un momento in cui la sua parte politica doveva essere rifondata. Il governo Meloni è il risultato del bipolarismo innescato da Berlusconi”.