Ucraina, scambi di accuse sul sabotaggio della diga. Gli 007 britannici: nessun problema per Zaporizhzhia

7 Giu 2023 13:16 - di Paolo Lami

Il sabotaggio della diga Nova Kakhovka in Ucraina su cui, in queste ore, Mosca e Kiev si lanciano accuse reciproche, non porterà, comunque, sostengono gli 007 britannici, problemi alla centrale nucleare di Zaporizhzhia che di trova a un centinaio di chilometri di distanza e i cui reattori beneficiano di quell’acqua per il raffreddamento.

“È altamente improbabile che la centrale nucleare di Zaporizhzhia (Npp), a 120km dalla diga Nova Kakhovka, debba affrontare nell’immediato nuovi problemi di sicurezza a causa dell’abbassamento del livello dell’acqua nel suo bacino idrico”, scrive l’intelligence militare britannica nel suo bollettino giornaliero diffuso su Twitter, spiegando che l’intera parte orientale della diga e gran parte delle infrastrutture idroelettriche e dei servizi pubblici di quell’area sono stati spazzati via.

L’acqua nel bacino della diga, viene fatto notare, “aveva raggiunto un livello record prima del crollo, portando un volume particolarmente alto di acqua che ha inondato l’area a valle“.

“La struttura della diga – conclude l’Intelligence di Londra – rischia di deteriorarsi ulteriormente nei prossimi giorni, causando nuovi allagamenti”.

Tiene banco, intanto alla riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che si è tenuta a New York, lo scambio di accuse tra Ucraina e Russia sulla distruzione della diga di Kakhovka: l’ambasciatore ucraino all’Onu, Sergiy Kyslytsya, ha accusato Mosca di aver fatto esplodere “una bomba di distruzione di massa ambientale” che ha causato il disastro “più grande prodotto dall’uomo in Europa da decenni”.

Kyslytsya ha parlato anche di “un atto di terrorismo ecologico e tecnologico” nel corso della riunione, e di un altro esempio del genocidio della Russia a danno degli Ucraini”.

Di “un atto di sabotaggio deliberato da parte di Kiev”, che dovrà essere “classificato come un crimine di guerra o un atto di terrorismo” ha parlato, invece, l’ambasciatore della Russia presso le Nazioni Unite, Vasily Nebenzya, per il quale la diga è stata usata per compiere “un crimine inimmaginabile”.

Al momento – ma la situazione può modificarsi di ora in ora perché tutti stanno raccogliendo elementi sul disastro – nessuno è realmente in grado di dire chi è davvero l’autore del sabotaggio, se l’Ucraina o la Russia.

Ci troveremmo di fronte ad un “nuovo livello di bassezza” se le forze della Russia di Vladimir Putin emergessero come responsabili dell’attacco alla diga in Ucraina che ha causato enormi inondazioni, dice il premier britannico, Rishi Sunak in volo per gli Stati Uniti dove incontrerà il presidente americano Joe Biden per la quarta volta in quattro mesi.

Perfino l’Institute for the Study of War, un think tank statunitense molto vicino al Pentagono ammette di non essere in grado di esprimere un giudizio inequivocabile sull’identità di chi ha distrutto la diga di Kakhovka.

“Non possiamo offrire una definitiva valutazione sulla responsabilità dell’incidente del 6 giugno – ammettono gli analisti di Isw – ma le prove, i ragionamenti e la retorica suggeriscono che i russi abbiano deliberatamente danneggiato la diga”.

Già il 21 ottobre 2022, viene ricordato oggi, l’Isw aveva notato che i russi avevano “un più chiaro interesse ad allagare il basso Dnipro, malgrado i danni alle loro posizioni difensive, rispetto agli ucraini”.

“La Russia può usare l’inondazione per ampliare il fiume Dnipro e complicare la controffensiva ucraina”, suggerisce il think tank americano.

Anche se i russi fanno notare che i danni alla diga mettono a rischio la fornitura di acqua alla Crimea, l’Isw sottolinea che la penisola è sopravvissuta senza l’acqua del fiume Dnipro da quando è stata occupata dai russi nel 2014 e fino all’inizio dell’invasione del 2022.

C’è infine la possibilità che il crollo della diga sia stato causato da “danni strutturali pre-esistenti”, ma le notizie di forti botti come di esplosioni prima del cedimento non appaiono coerenti con questa ipotesi, nota ancora l’Isw.

Su posizioni molto diverse si colloca, invece, il miliardario Elon Musk. Che ha rilanciato un un video del blog del giornalista statunitense Tucker Carlson, subito attaccato dal consigliere presidenziale ucraino,  Mykhailo Podolyak il quale ribadisce, su Twitter, la responsabilità russa nel crollo della diga di Kakhovka e attacca chi diffonde “teorie cospirazioniste” sulla responsabilità ucraina.

“La Russia mina le paratoie della centrale idroelettrica occupata e fa saltare la diga di Kakhovka. E’ un assioma”, scrive Podolyak, citando le decine di centri abitati allagati, gli animali uccisi, la gente costretta a rifugiarsi sui tetti, “il disastro ambientale” i “devastanti danni al settore energetico e agricolo ucraino”.

Ma “per alcuni media globali: “di chi è la colpa? è difficile dirlo. Non sapremo mai la verità’. Ed Elon Musk su Twitter diffonde, appunto, il video di Carlson “con teorie cospirazioniste che è stata l’Ucraina a farlo!”.

“Si tratta, forse, di una prova della teoria che più è assurda la bugia, più è facile venderla?”, si chiede Podolyak.

Sono circa 42mila le persone a rischio inondazioni nelle aree lungo il fiume Dnipro dopo il collasso della diga di Nova Kakhovka, stimano le autorità ucraine.

Secondo una valutazione di Ukrhydroenergo, l’azienda ucraina che gestisce tutte le centrali idroelettriche della regione, il livello dell’acqua fuoriuscita dalla diga continuerà a salire fino a raggiungere un picco questa mattina, quindi resterà stabile per quattro o cinque giorni prima di iniziare lentamente ad abbassarsi.

Secondo il ministero dell’Agricoltura ucraino, anche l’approvvigionamento di acqua potabile nelle zone popolate potrebbe essere reso più complesso e la pesca potrebbe subire delle conseguenze molto negative.

Il ministero stima che circa 10mila ettari di terreno agricolo sulla riva settentrionale del fiume nella regione di Kherson potrebbero essere inondati a causa del crollo della diga.

Le peggiori inondazioni potrebbero verificarsi sulla riva meridionale del fiume Dnipro, nella regione occupata dalla Russia. E questo è un altro aspetto che non depone a favore della responsabilità russa.

“A causa della distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka i campi nel sud dell’Ucraina potrebbero trasformarsi in deserti già il prossimo anno. Il crollo della diga, infatti, interromperà l’approvvigionamento idrico di 31 sistemi di irrigazione nelle regioni di Dnipropetrovsk, Kherson e Zaporizhzhya”, prevede il ministero dell’Agricoltura ucraino.

Anche la Cina si dice “seriamente preoccupata” per il crollo della diga Kakhovka in Ucraina, ma non si pronuncia sulle responsabilità.

“Siamo seriamente preoccupati per la distruzione della diga Kakhovka. Siamo profondamente preoccupati per l’impatto umanitario, economico ed ecologico”, ha detto il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin nel suo briefing quotidiano, riferisce la Cnn.

“Esortiamo le parti coinvolte nel conflitto a seguire il diritto umanitario internazionale e fare il massimo per proteggere la sicurezza dei civili e le infrastrutture civili”, ha aggiunto Wang.

La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova chiede un’indagine internazionale per accertare le responsabilità: “Il crollo della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka dovrebbe diventare oggetto di uno studio e di un’indagine a livello internazionale”, auspica la Zakharova, aggiungendo che “la reazione dell’Occidente in tutte queste situazioni è prevedibile al 100%. È un desiderio infinito di incolpare la Russia per tutto ciò che accade, indipendentemente dal fatto che sia effettivamente accaduto o sia frutto dell’immaginazione. Del resto la reazione dell’Occidente sarà sempre così”.

Dal canto suo Zelensky ha fatto sapere che intende citare in giudizio la Russia presso la Corte penale internazionale dell’Aia per il crollo della diga parlando di “ecocidio”.

Parla di “crimine di guerra da condannare fermamente”, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera  Tommaso Foti: “a nome mio e del gruppo di Fratelli d’Italia alla Camera esprimo vicinanza alle popolazioni ucraine già duramente colpite dall’invasione russa”.

E il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, ricorda che “non c’era mai stata un’aggressione così contro un’infrastruttura la cui distruzione porta danni enormi alla popolazione, sia della parte occupata dai russi sia della parte che ancora hanno gli ucraini. Certamente c’è un’involuzione in negativo e una escalation. Vedremo anche le conseguenze per le povere persone che dovranno essere sfollate”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *