Valditara, bulli? Basta sospensioni: supporto ai docenti, più valore al voto in condotta e lavori utili

27 Giu 2023 9:10 - di Prisca Righetti
Valditara bulli

Il ministro Valditara segna il percorso individuato a tutela dei docenti e per reindirizzare i bulli. O meglio, sulla stringente necessità di trovare soluzione contro la violenza in classe, frutto avvelenato di una sconcertante perdita di un senso di autorevolezza e rispetto, che le ultime vicende di cronaca testimoniano tristemente. E in un’intervista a La Stampa delinea profilo sociologico e pragmatica interventista indirizzate a una scuola dove su bulli e violenti non interverrà una semplice sospensione, ma lo svolgimento di un’attività di solidarietà. Una scuola dove, scrive riepiloga il quotidiano torinese, «il voto in condotta avrà maggiore valore. Dove lo Stato si costituirà parte civile nelle cause in cui si discuteranno episodi di aggressioni. Perché – rimarca il ministro – rappresentano un danno di immagine» all’intera comunità pedagogica e alla stessa istituzione scolastica.

Valditara su bulli e violenze in classe: «La condotta peserà di più»

Ancora ieri, dopo i fatti di Rovigo, il ministro dell’Istruzione e del Merito a proposito della promozione con 9 in condotta degli strumenti che all’Istituto Viola Marchesini avevano sparato con una pistola ad aria compressa contro una docente, ha ribadito: «Ci dovrà essere un ripensamento sul significato e sul ruolo, all’interno dell’intero anno scolastico, del voto di condotta», ha detto Valditara. Ricordando contestualmente di aver «mandato un’ispezione per capire come sia stato possibile che un ragazzo che aveva sparato dei pallini nei confronti dell’insegnante abbia potuto prendere 9 in condotta». E in attesa della relazione degli ispettori, dalle colonne de La Stampa ha rilevato: «Qualcuno potrebbe considerarla una scuola nel segno del rigore e dal sapore antico». Il numero uno di Viale Trastevere, invece, preferisce definirla «una scuola costituzionale», che «mette al centro la persona». E dove vuole che tornino «serenità e responsabilità».

Valditara: «Per arginare i bulli ci vuole più scuola e non meno scuola»

E allora, le coordinate da seguire, non puntano solo a un «maggiore valore al voto di condotta», ma un segnale chiaro che indichi il percorso che veicoli un messaggio chiaro per gli studenti violenti e la comunità scolastica nel suo insieme: «Voglio accelerare un processo che mi sembra necessario. Già all’inizio del mio mandato avevo costituito al ministero un tavolo sul bullismo formato da psichiatri, neurologi, magistrati, professori, presidi ed altri soggetti esperti su questo argomento». Pertanto, ha quindi aggiunto Valditara: «Secondo me quando uno studente si comporta da bullo, aggredendo un compagno o un insegnante ci vuole più scuola e non meno scuola».

La sospensione non è la soluzione. Serve capire l’importanza del rispetto e il senso della comunità

E ancora. «Non nutro simpatia per le sospensioni, tenere un ragazzo a casa per alcuni giorni significa fargli del male. Quindi bisogna fare l’opposto, dargli più scuola. Questo non vuol dire farlo tornare nella stessa classe dove ci sono l’insegnante o il compagno che ha aggredito, ma coinvolgerlo in percorsi di recupero con attività di solidarietà ovvero con un approfondito studio di certe problematiche. Il ragazzo dovrà comprendere l’importanza del rispetto verso l’altro e l’importanza della comunità. Mercoledì fornirò alcuni dettagli in più su questo intervento».

Ma non solo voto in condotta: ora nuove misure

Poi, annunciando che è in calendario per oggi un incontro con i tecnici del ministero, precisa a stretto giro: «Mercoledì renderò note alcune linee di questo intervento che darà maggiore valore alla condotta e porterà a modificare il significato delle sospensioni. Il pacchetto di misure verrà poi definito nelle prossime settimane dopo un confronto più ampio». Perché, ribadisce Valditara nell’intervista odierna, «vogliamo puntare su un aspetto molto importante, vale a dire la capacità della scuola di saper accendere la lampadina che c’è in ogni ragazzo. È il vero antidoto a ogni forma di bullismo».

Valditara segna il percorso per nuove sinergie tra docenti e studenti

La “svolta”, puntualizza il ministro, «potrà darla il percorso di personalizzazione che abbiamo introdotto nelle scuole attraverso il lavoro svolto dai docenti tutor che ascoltano i ragazzi, li aiutano a recuperare, a vincere il loro senso di sfiducia che li porterebbe ad abbandonare. Si prevedono anche attività di recupero che saranno svolte in orario extra-curriculare dai docenti delle singole discipline. Quando invece ci si troverà di fronte a casi particolarmente problematici prevediamo interventi diversi. Con il presidente dell’ordine degli psicologi penso a presìdi territoriali al servizio delle scuole dove professionisti competenti seguiranno le situazioni di maggiore disagio, d’intesa con le famiglie».

Valditara, per intervenire sui bulli serve tutela e rilancio del ruolo del docente

E allora studenti, famiglie e insegnanti: una “triplice alleanza” da cui ripartire per una stretta sulle violenze in classe. Una problematica riguardo cui il ministro sottolinea il supporto dovuto agli insegnanti. «Credo nella necessità dii valorizzare il ruolo dei docenti. Abbiamo iniziato a farlo da un punto di vista retributivo, lo faremo anche stando al fianco degli insegnanti aggrediti. Lo Stato darà assistenza legale attraverso l’Avvocatura dello Stato: ci sono già una decina di insegnanti che si sono rivolti a noi per questo. Nei casi gravi lo Stato si costituirà parte civile e chiederà i danni di immagine per l’aggressione». Inoltre, «agli insegnanti verrà garantita l’assicurazione che era preclusa al personale della scuola mentre è garantita a tutto il pubblico impiego».

Dal ministero segnali di attenzione per la categoria docenti e per riportare la scuola al centro della società

«Sono segnali di attenzione per la categoria. Bisogna di nuovo mettere la scuola al centro della società. E capire che quella degli insegnati è una delle professioni più importanti, perché dà un futuro ai giovani». E soprattutto perché, rilancia in conclusione Valditara, «il mio obiettivo è una scuola costituzionale dove prevale la cultura del rispetto. Dove voglio che tornino serenità e responsabilità. È una scuola che mette al centro la persona: è il senso del merito che è nel nome del ministero».

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