Vauro fa la vignetta con la figlia di Giorgia Meloni. Furia web: fai schifo, fatti curare

18 Giu 2023 11:32 - di Redazione
Vauro

Vauro ormai non stupisce più nessuno nella sua deriva. Anzi più lo insultano più lui sembra farsene un vanto. E così esagera ancora una volta immaginando nella sua vignetta per Il Fatto di ieri una Giorgia Meloni che si rivolge alla figlia chiamandola nipote di Mubarak. Il che per dire che la premier sarebbe “posseduta” dallo spirito di Berlusconi. Infatti alla bimba che protesta la madre risponde: “Chiamami papi, cribbio…”.

In realtà è Vauro con tutta la brigata del Fatto a sembrare posseduto dallo spirito di Berlusconi. Al quale ancora oggi il quotidiano di Travaglio dedica uno speciale di 4 pagine per elencare i “martiri” del Cav e ribaltare la narrazione canonizzante sul defunto leader di Forza Italia.

Questa vignetta è l’ultima di una serie assai irriverente e di cattivo gusto sulla morte di Berlusconi e non è piaciuta per niente. Sui social accusano giustamente Vauro di avere coinvolto una bambina, accostandola al caso Ruby. Una deriva da posseduti per la quale, notano alcuni utenti, ci vorrebbe davvero un esorcista. Mentre altri lo esortano a curarsi o più semplicemente inveiscono: “Fai schifo”.

Il vignettista del resto a poche ore dall’annuncio della morte di Berlusconi aveva disegnato con la bile la sua prima vignetta dedicata all’evento. Un addio al veleno che così recitava: “E’ morto? Ma non sono sempre i migliori che se ne vanno?”. Un saluto che non ha avuto molto successo. Vauro è stato sommerso dalle critiche. Tra cui la più azzeccata è stata senz’altro questa: “Non vali un suo tacco rialzato”. Il che non lo ha fatto certo desistere. In un’altra vignetta, stavolta in occasione del funerale, attorno a una bara si svolge il seguente dialogo: “Ma cos’è?”. “La bara di Silvio”. “Ma sarà più lunga di due metri”. “Beh in Italia quando un nano è morto diventa subito un gigante”.

Anche in questo caso dal web arriva un monito veritiero: “La satira è satira e non si discute ma ad un certo punto bisogna fermarsi perché non si fa ridere nessuno semmai si finisce nel ridicolo e nello squallido”. Suggerimento non raccolto, come dimostra la vignetta sulla figlia della Meloni.

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