Verona, il Questore: “Arresti dolorosi, ma la divisa va onorata: gli abusi non si possono coprire”

7 Giu 2023 10:57 - di Luciana Delli Colli
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“Tutto quello che abbiamo fatto è stato doloroso, ma doveroso. Il messaggio che vogliamo dare non deve avere sottintesi: la Polizia di Stato non è disponibile a coprire alcun abuso, a maggior ragione quando sono commessi da chi, come noi, dedica la propria vita a difendere i cittadini”. Con queste parole il Questore, Roberto Massucci, ha commentato l’arresto di cinque agenti della polizia di Verona, accusati di tortura ai danni di soggetti in stato di fermo e di altri reati. Una vicenda che ha portato anche al trasferimento di diversi agenti non coinvolti direttamente nelle violenze, ma che non le hanno impedite o denunciate.

Il Questore di Verona: “Chi non si è comportato da poliziotto dovrà dare delle risposte”

Intervistato da Repubblica, Massucci, arrivato a Verona ad aprile, quando le indagini erano chiuse, ma stavano per aprirsi le loro conseguenze, ha spiegato che appena si è insediato è stato messo a conoscenza di tutto e “mi sono domandato come affrontare quello che è accaduto”. “Abbiamo voluto dare delle risposte molto chiare: chi non si è comportato da poliziotto, non per forza commettendo degli eventuali reati, dovrà dare delle risposte convincenti. La divisa che portiamo – ha sottolineato – va onorata ogni giorno, e questo non è un modo di dire”.

“La Polizia di Stato ha dato le risposte che doveva, ha mostrato la sua parte sana”

Dunque, “anche in un momento doloroso come questo, sono fiero che la Polizia di Stato abbia dato comunque le risposte che doveva”. Ovvero che “pur nella sofferenza di dover indagare su dei poliziotti, l’indagine (portata avanti dalla Squadra mobile di Verona, ndr) è stata svolta per mesi dall’interno per accertare in modo chiaro e trasparente comportamenti non legittimi”. “Non è stato facile. Ripeto: è stato doloroso, ma – ha sottolineato il Questore – assolutamente doveroso. In un momento così difficile per noi abbiamo mostrato che la parte sana della Polizia alla fine è quella che vince”.

Il principio inviolabile: “Una volta messe le manette anche il peggior criminale va rispettato come persona”

Massucci, quindi, ha ricordato “le parole di un sovrintendente proprio di Verona, tragicamente caduto in un conflitto a fuoco che mi diceva che una volta messe le manette anche il peggiore criminale è una persona e come tale è da rispettare sempre”. Un principio che, secondo ciò che è emerso dalle indagini, alcuni poliziotti a Verona avrebbero violato. Ma, ha voluto far capire Massucci, non spetta a lui emettere verdetti. “Se qualcuno è venuto meno al principio base del rispetto è giusto che sia la magistrature a valutarlo sulla base delle indagini che abbiamo sviluppato, come scritto dal Gip in modo encomiabile”.

Il rispetto dei ruoli e la fiducia in un “processo giusto”

E rispetto dei principi inviolabili, dei ruoli, della correttezza sono stati il faro della Questura e degli agenti coinvolti nell’operazione nei confronti dei colleghi anche nel momento difficilissimo in cui hanno dovuto notificare loro l’arresto. Tutto si è svolto “nel massimo della serenità. Li abbiamo portati qui in Questura e si è fatto tutto come si deve fare in questi casi”. “Sanno che ora a loro toccherà difendersi. E noi che, come sempre, metteremo a disposizione della magistratura tutti gli elementi perché si tenga un processo giusto. È il nostro mestiere, quello di poliziotti”, ha concluso Massucci.

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