A Fenix prove tecniche di Europa delle patrie: “Il vento conservatore è forte, la sfida delle urne sarà decidiva”
In Europa soffia forte il vento conservatore in Europa, ottimo viatico per invertire il segno a Bruxelles ed esportare il modello italiano del governo Meloni. A Fenix riflettori puntati sulla sfida dell’Europa delle patrie “per portare in alto il Vecchio Continente”, come recita il titolo del dibattito che ha acceso i riflettori sulla straordinaria posta in gioco del prossimo appuntamento elettorale del 9 giugno 2024. Moderati dal segretario internazionale di Gioventù nazionale, Maicol Busilacchi, si sono alternati al microfono il ministro Raffaele Fitto (intervenuto in videocollegamento), Carlo Fidanza, capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, Antonio Giordano, segretario Generale dell’Ecr, Nicola Procaccini co-presidente dell’Ecr, Francesco Di Giuseppe, vicepresidente di Gioventù nazionale, Francesco Semprini, giornalista de La Stampa in collegamento da New York. Ospiti internazionali Rasmus Giertz (Sweden Democrats) e Michal Chladek (Civic Democratic). Particolarmente gradito il saluto dell’europarlamentare di Vox Pepa De Millan Parro. Che ha raccontato agli amici italiani le forti aspettative per le prossime elezioni spagnole. “Decisive anche per l’Unione Europa. E saranno decisivi in particolare i giovani, nelle cui mani c’è il destino di una nazione libera, moderna, ma con valori antichi”.
A Fenix la sfida dell’Europa delle patrie per portare in alto il Vecchio Continente
La straordinaria crescita del Partito dei conservatori europei, nei numeri e nella percezione internazionale, il segno forte impresso a Bruxelles dallo tsunami Meloni e la necessità di uscire con i fatti dal luogo comune di un’Europa distante e distratta per costruire un’Europa dei popoli: questo il filo rosso del dibattito. “La burocrazia europea non deve farci paura, il problema è quando manca la politica”, ha detto Giordano intervenuto dubito dopo la proiezione di un video di grande impatto che ha sintetizzato a volo d’uccello le parole d’ordine del grande progetto del Partito dei conservatori e riformisti europei. Sottotitolo “Crediamo in te”. “Con Giorgia la crescita progressiva e costante dell’Ecr è diventata un’esplosione. Non solo nei numeri ma nell’immaginario.. Se abbiamo amici dalla Polonia, dalla Svezia, dalla Repubblica ceca lo dobbiamo a questa fratellanza generata da tante iniziative in Europa e fuori come in Israele, come dimostra l adesione più forte da parte del Likud. Stiamo costruendo una narrazione basata sulla realtà”, ha concluso invitando tutti a essere colibrì, a fare laboriosamente la propria parte.
Procaccini: il 9 giugno 2024 si gioca una partita cruciale
Francesco Semprini, collegato dalla Grande Mela ma con il cuore a Roma, si è soffermato sul sentiment degli Usa nei confronti della prima donna premier della storia italiana. L’alleato americano è “letteralmente estasiato” dal personaggio, dalla concretezza e dalla solidità politica istituzionale, ha detto. A infiammare la platea l’intervento appassionato, scandito da molti applausi, di Nicola Procaccini, militante di vecchia data, già sindaco di Terracina e oggi co-presidente dell’Ecr. “Talvolta a Strasburgo ti chiedi se, immerso in fiumi di parole, stai facendo qualcosa di utile e impattante sulla realtà. Da qui c’è la possibilità di decidere in quota parte quale è la strada che prenderà la storia di mezzo miliardo di persone. Una sfida appassionante, ma anche frustrante perché sei minoranza”. Procaccini va con il pensiero al suo ingresso a Strasburgo nel 2019, “quando c’era lo stigma del pregiudizio. Nel corso degli anni molto è cambiato. Abbiamo fatto breccia e ci siamo tolti molte soddisfazioni. Ora abbiamo tra le mani qualcosa di formidabile. Il 9 giugno 2024 forse può accadere su scala europea quello che è accaduto a settembre. La possibilità di tornare all’origine dell’Europa. Di realizzare quel sogno di cui la destra si è innamorata prima degli atri. Siamo stati i primi a parlare di Unione europea quando altri parlavano di Unione sovietica. Oggi possiamo realizzare l’Europa di popoli fratelli che stanno insieme sulle grandi idee non sulle piccole idiozie”.
L’interesse nazionale e il controllo dell’immigrazione
“Per decenni il Parlamento europeo è stato considerato un cimitero degli elefanti”, ha detto Fidanza sottolineando che è finito il tempo dell’irrilevanza italiana al tavolo europeo e tracciando le parole chiave della prossima campagna elettorale a partire dal controllo dell’immigrazione. “Oggi possiamo contare su un governo finalmente espressione di un voto popolare che ci rafforza sui tavoli europei e internazionali. Che dovranno farei i conti con Meloni per 5 anni. Oggi a Strasburgo siamo in 9 come Fdi e in 64 come Ecr. Siamo in crescita costante, ce lo dicono i sondaggi, A noi spetta l’ultimo miglio. Per realizzare il nostro sogno non basta fare un grande risultato, dobbiamo ottenere una maggioranza diversa”, ha detto avendo come stella polare sempre il proprio interesse nazionale. “Perché non esiste un’Europa presentabile e una non presentabile”.