A “Miss Italia” solo donne dalla nascita. E la trans Clizia de Rossi accusa il governo e i poteri forti
Ce l’ha con la Meloni. ma anche un po’ con la Schlein, troppo “timda” sui diritti degli Lgbt. Ma intanto l’attivista transessuale Clizia de Rossi ha fatto domanda di iscrizione a “Miss Italia” e commenta sul magazine Mow le ultime parole dell’organizzazione circa il regolamento che impone di essere “donna dalla nascita” per partecipare al concorso: “Penso che non è coerente: Patrizia Mirigliani è la prima a promuoversi come paladina dell’inclusione, eppure esclude”, dichiara la transessuale fiorentina.
“Miss Italia” e il no ai trans: la polemica di Clizia de Rossi
Clizia ricorda anche il video con la dichiarazione di Patrizia Mirigliani durante la conferenza stampa del concorso nel 2014, in cui “”aveva affermato che occorre ascoltare e seguire i cambiamenti della società. Quindi, che cos’è che le ha fatto cambiare idea dopo quasi un decennio?”, si chiede.
“Se ieri era ‘forse domani’ e dopo 10 anni dice che ancora oggi non si cambiano le regole, ma ‘forse in futuro’, in realtà significa che non lo faranno mai… – afferma Clizia de Rossi – Ha forse paura dei poteri forti o le hanno promesso il ritorno dell’evento su un canale importante e, per accontentare il pensiero di chi è al governo, lei in cambio cede alle pressioni transfobiche? Oppure ha solo paura che gli uomini preferiscono le ragazze trans? A pensare male, spesso si indovina…”, conclude l’attivista lgbtq.
La stima per la Schlein e la paura che non possa farcela
Della Schlein, Clizia de Rossi ha molta stima, “però deve smettere di recitare la parte di quella “ospite in casa d’altri”, che prova sempre a mediare per non scontentare nessuno: è arrivato il momento di imporsi. Il Pd ha sempre avuto paura del nuovo e ha osteggiato chi ha realmente proposto battaglie civili, sociali e di diritto, quelle della vera sinistra di un tempo, come sta cercando di fare ora lei. E temo seriamente che la nuova segretaria del Pd avrà vita breve, se non si libererà quanto prima dei rami secchi delle correnti cattoliche e dei rimasugli renziani che anche in questi giorni continuano a dettare legge dichiarandosi pronti a non seguire la sua linea progressista e a votare contro l’emendamento proposto da Magi di +Europa per rendere legale almeno la gpa solidale, ossia senza il passaggio di denaro. I veri nemici di Elly Schlein, non sono nelle fila della maggioranza: li ha in casa e, se vuole avere un futuro in vista delle prossime Europee, deve iniziare a utilizzare il pugno duro e dettare quella linea riformista ferma e decisa, sul modello dello spagnolo Sànchez e a cui ha dichiarato più volte di ispirarsi”, conclude la de Rossi.