Aumento dei prezzi, Urso incontra la grande distribuzione e lancia il “paniere calmierato”
Un paniere calmierato per i beni di prima necessità. Il ministro Urso torna sul tema dell’inflazione e dell’aumento dei prezzi proponendo anche una moral suasion alla grande distribuzione. “È iniziato un confronto che dovrebbe portarci a un’intesa con la grande distribuzione, ma dobbiamo coinvolgere anche il sistema produttivo”, ha dichiarato Urso al termine di una riunione con i rappresentanti delle grandi catene di vendita. “Penso che nella prossima settimana – ha aggiunto il ministro – entreremo nel vivo di questo confronto per raggiungere formalmente un’intesa che possa consentire ai cittadini di percepire una significativa riduzione dei prezzi dei beni a maggior consumo. Abbiamo fatto una proposta che riguarda un accordo che possa consentirci di fare delle campagne con un paniere con una serie di prodotti calmierati”. Urso ha aggiunto che “tutto questo si aggiunge all’iniziativa della social card per le famiglie più bisognose e riguarderà quelli che si rivolgeranno al sistema della grande distribuzione ma anche agli esercizi commerciali che, ci auguriamo, aderiscano al progetto”.
Il “paniere calmierato” e l’aumento dovuto al caldo
Nelle intenzioni del ministro per le imprese c’è la necessità di frenare l’aumento dei prezzi di prodotti come frutta e verdura che sono schizzati in coincidenza con l’arrivo del grande caldo, e di tenere al riparo di ogni speculazione quei beni alimentari ritenuti essenziali. Secondo i dati Istat elaborati da Coldiretti, il prezzo della frutta a giugno del 2023 è aumentato di oltre il 7,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre il prezzo delle verdure ha registrato un incremento superiore al 17,4. Una lievitazione frutto certamente dell’aumento della domanda, fenomeno assai fisiologico in concomitanza con l’arrivo della stagione calda, ma ingiustificato. Dopo la diffusione dei dati Istat alcuni economisti, come Roberto Guida, ordinario di economia al Campus Biomedico di Roma, avevano stigmatizzato “la tendenza di una parte di produttori e venditori al dettaglio di andare oltre i principi dell’economia circolare, speculando sui bisogni primari. Un dato che va in controtendenza con gli sforzi positivi compiuti dal governo Meloni per ridurre l’inflazione”.