Belpietro: chi accusa la Santanchè ha troppi scheletri nell’armadio, da Repubblica a De Benedetti

6 Lug 2023 8:33 - di Redazione
Santanchè
Maurizio Belpietro, nel suo editoriale odierno sulla Verità, difende Daniela Santanchè e ricorda i guai che le imprese hanno dovuto attraversare negli ultimi anni. “Visibilia – scrive Belpietro –  questo il nome della società editrice fondata da Santanchè, trovandosi in difficoltà ha fatto ciò che fanno le imprese che rischiano di affogare. Ha dilazionato i pagamenti al Fisco, ai creditori e ai dipendenti, tuttavia, a differenza di ciò che succede in molti casi, il ministro del Turismo non se n’è fregato, ma ha garantito con il proprio patrimonio, cioè la casa in cui abita e che immagino sia il frutto di anni di lavoro, i debitori”.

Non è riuscita nel settore dell’editoria, che sta andando a rotoli

“Se è nei fatti che un’impresa possa fallire – continua Belpietro – non è nei fatti che un imprenditore metta i suoi risparmi per evitare il fallimento. Dunque, a meno che non si dimostri che Santanchè abbia distratto fondi dalla società che ha fondato e di cui è stata amministratrice – e questo lo vedremo il giorno in cui si chiarirà per quale reato è indagata – non capisco di che cosa la si accusi. Di non essere riuscita in un settore che sta andando a rotoli? Capita”.

Gli azionisti dei quotidiani che accusano Santanchè hanno ben altre colpe

Quindi Belpietro punta l’indice sui quotidiani Seconda schierati in prima fila nell’accusare la Santanchè. “Repubblica e Domani, il primo di proprietà della famiglia Agnelli, il secondo di Carlo De Benedetti. E le accuse rivolte a Santanchè sono principalmente di aver usato in maniera disinvolta gli aiuti Covid e di non aver usato la trasparenza richiesta alle società quotate, un’opacità che avrebbe causato danni agli azionisti di minoranza”.
“Beh, è abbastanza curioso – conclude – che le critiche arrivino da testate i cui azionisti e manager nel passato, ma anche di recente, siano stati oggetto di ben più gravi accuse. Dello scomparso Gianni Agnelli abbiamo scoperto grazie alla figlia un tesoretto nascosto al Fisco di svariati miliardi e di recente il gruppo di Torino ha pagato 1 miliardo per chiudere un contenzioso con l’agenzia delle Entrate. I vertici della stessa Repubblica sono sotto accusa per aver frodato l’Inps, facendo ottenere a decine dipendenti uno scivolo previdenziale di cui non avevano diritto, in danno ovviamente all’istituto”.
E il quotidiano Domani? Su De Benedetti, il direttore della Verità non è meno duro. Anzi. “Dal fallimento del Banco Ambrosiano passando per quello dell’Olivetti, dalle telescriventi vendute alle Poste in cambio di tangenti all’insider trading, per finire alle operazioni in Borsa sulle banche popolari oggetto di un decreto di Matteo Renzi, la storia è talmente lunga, che i suoi dipendenti dovrebbero avere almeno il pudore di tacere se prima non hanno scandagliato in lungo e in largo il curriculum di chi paga il loro stipendio”.

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