Bonelli e i fanatici dell’ecocatastrofe: una lezione di realismo e moderazione dal meteorologo Corazzon

24 Lug 2023 10:46 - di Redazione

“Presenterò una proposta di legge che introduce il reato di negazionismo climatico perché chi mistifica, specialmente se ha ruoli istituzionali, fa più danni di grandine, alluvione, caldo e siccità. Si dovrebbe cominciare ad ammettere che il negazionismo climatico non è differente rispetto ad altri tipi di negazionismo”. Così parlò il verde Angelo Bonelli individuando col solito fanatismo i nuovi nemici della Terra e dell’umanità: quelli che non credono nell’ecocatastrofe. Persone da consegnare in manette all’autorità giudiziaria creando un nuovo reato, quello di negazionismo climatico. Solo una boutade estiva? Mica tanto, visto che trova subito solerti propagandisti sui social.

Certo il clima è rovente, e non solo per le polemiche sul cambiamento climatico. C’è una sorta di allarmismo diffuso, alimentato anche dall’ossessività delle notizie sul meteo e dal modo in cui vengono presentate, come se fossimo sempre sull’orlo del baratro. Lo afferma il meteorologo Paolo Corazzon del centro 3B Meteo, intervistato per @Atlanticomag.

Ecco cosa dice Corazzon: “Effettivamente anche questa estate sta facendo parlare di sé, però l’uomo ha memoria corta. Abbiamo avuto altre estati particolarmente bollenti. La stessa estate dell’anno scorso ci ha fatto soffrire parecchio. Questo si inquadra comunque in un contesto generale di aumento delle temperature a livello globale, ma questi ultimi episodi lasciano intendere che questo faccia parte di un trend di crescita che sembra non fermarsi”. Ma “ormai si urla sempre alla tragedia, al disastro. E in questo, purtroppo, soprattutto in Italia, il danno lo fanno anche delle dei centri meteorologici, o meglio entità che si autodefiniscono centri meteo ma non lo sono. Si inventano nomignoli da dare a queste ondate di calore, sempre catastrofici: CerberoCaronte e già questo di per sé non è un’informazione corretta! In questo modo la gente dice, oddio: e adesso? Si salvi chi può. Ma si tratta solo di un anticiclone nordafricano che arriva sul Mediterraneo, sull’Italia e sulla Francia”.

Un’abitudine, questa di dare nomignoli terrificanti ai fenomeni atmosferici, che “viene dall’America, dove danno i nomi agli uragani, però i nomi degli uragani sono nomi stabiliti dall’Organizzazione meteorologica mondiale, parte dell’Onu, quindi un ente molto serio. Ed è una cosa utile per le allerte della popolazione: attenzione, Katrina di categoria 5 colpirà Houston mentre Klara colpirà la Florida. Da noi invece è una moda inventata: so anche da chi, ma non faccio nomi, perché poi questi mandano denunce a destra e a manca”.

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