Caldo record, c’è la Cassa integrazione. L’Inps: “Si può chiedere sopra i 35°”. Ecco a chi spetta
La norma esiste dal 2017 e in questi giorni di caldo intenso, costato anche la vita ad alcuni lavoratori, Inps e Inail la richiamano a beneficio di dipendenti e aziende: in caso di temperature troppo elevate e impossibilità di proteggersi si può andare in Cassa integrazione. In particolare, la circolare 130 del 2017 e un successivo messaggio dell’Inps dello stesso anno indicano in 35 gradi la soglia oltre la quale si può procedere all’attivazione della Cigo, la Cassa integrazione guadagni ordinaria.
L’Inps: sopra i 35° si può chiedere la Cassa integrazione per troppo caldo
“Le temperature eccezionalmente elevate (superiori a 35°), che impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono costituire evento che può dare titolo alla Cigo”, si legge nei documenti dell’Inps, che chiarisce le linee guida in casi di eventi meteo. Tra le situazioni contemplate anche “le cosiddette temperature percepite” ricavabili, spiega ancora il messaggio, “anch’esse dai bollettini meteo, quando le stesse siano superiori alla temperatura reale”. Fra le situazioni in cui si può chiedere la Cigo, l’Inps ricorda, per esempio, i lavori si stesura del manto stradale, quelli di rifacimento delle facciate e dei tetti, quelli che richiedono indumenti di protezione.
Vale anche per le temperature “percepite”
Al ricorrere delle fattispecie sopra evidenziate, pertanto, si legge ancora, “possono costituire evento che dà titolo al trattamento di integrazione salariale temperature percepite superiori a 35° seppur la temperatura reale è inferiore al predetto valore”. Le aziende non devono far altro che indicare le giornate di sospensione e indicare il tipo di lavoro che si sarebbe dovuto svolgere in quelle date. Lo stesso vale per le condizioni di gelo. “Le temperature pari o al di sotto di 0 gradi centigradi sono considerate idonee a giustificare una contrazione dell’orario, in relazione al tipo di attività svolta, alla fase di lavoro in atto nell’unità produttiva nonché all’altitudine del cantiere. Ovviamente, per il settore dell’edilizia, lo svolgimento al coperto o allo scoperto delle lavorazioni incide sulla valutazione, così come la natura del materiale usato che può essere più o meno sensibile al gelo”, si legge ancora nei documenti.
La circolare dell’Ispettorato del lavoro
La possibilità di accedere alla Cigo per il troppo caldo e l’opportunità di mettere in campo tutti gli strumenti necessari e a disposizione per evitare rischi è stata richiamata in questi giorni anche dall’Inl, l’Ispettorato nazionale del Lavoro, con una circolare inviata ai propri uffici regionali, nella quale ha richiamato e integrato le “indicazioni operative” già fornite lo scorso anno.