Caldo record, Schillaci smentisce i rumors: chiudere i monumenti? Nessun provvedimento estremo in atto

18 Lug 2023 13:42 - di Prisca Righetti
Schillaci

Nel caldo torrido che attanaglia il paese, come 20 città da bollino rosso e la capitale nella morsa di temperature infernali, il ministro Orazio Schillaci stempera allarmi e smentisce le voci di provvedimenti emergenziali spacciati per imminenti. Gli ultimi rumors in circolazione in ordine di tempo, davano per notizia quasi certa la chiusura dei monumenti nelle ore più calde per evitare gli effetti della canicola sulla salute. Una sorta di quanto accaduto per qualche ora nei giorni scorsi per l’Acropoli di Atena. Ma il ministro della Salute, ospite di ‘Radio anch’io’ su Rai Radio 1, ha chiarito con nettezza: «Non abbiamo intenzione di prendere nessuno di questi provvedimenti estremi».

Caldo record, Schillaci: chiudere i monumenti? Nessun provvedimento estremo in atto

Non solo. «Su questo – ha spiegato Schillaci – ho avuto un confronto anche con il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Rilevando che, in effetti, negli anni scorsi ci sono state delle ondate di calore confrontabili a quelle di quest’anno. Ma mai sono state prese misure così estreme». Quindi, smentendo allarmi e annunci estemporanei, rassicura: «Noi ovviamente seguiamo con attenzione lo sviluppo della situazione meteorologica. Spero anche che magari nei prossimi giorni, dopo questa ondata di calore, le temperature tornino a valori più accettabili. Per cui per il momento siamo tranquilli», ha concluso il ministro. Non mancando di invitare al rispetto delle principali regole del decalogo diffuso dal dicastero per far fronte ai giorni più roventi dell’anno.

Vigilare sull’emergenza e proteggere i fragili, ma niente allarmismi

Insomma, sull’emergenza caldo record, la linea è quella di una prudenza scevra da toni e scelte estreme. Quella che conferma la necessità di vigilare sull’emergenza e proteggere i soggetti fragili, ma senza cadere nella trappola dell’allarmismo inutile e controproducente. E, soprattutto, nessuna corsa al fraintendimento su indicazioni che alterino senso e fine di dichiarazioni e parole. Qualche giorno fa, infatti, in un’intervista al Messaggero Schillaci, parlando del caldo record e delle misure per affrontare la situazione. E riferendosi in particolare al precedente della chiusura dell’Acropoli di Atene, ha sottolineato al quotidiano capitolino: «Anche negli Stati Uniti hanno sconsigliato manifestazioni musicali all’aperto con molte persone. Seguiamo l’evoluzione delle temperature nei prossimi giorni. Con gli altri ministri competenti, se necessario, valuteremo di attuare alcuni provvedimenti».

Schillaci: seguiremo l’andamento della situazione

E a stretto giro Schillaci ha poi aggiunto un passaggio sulla necessità di «scoraggiare, nelle ore più calde, i grandi affollamenti in località all’aperto con temperature particolarmente alte. Seguiremo l’andamento della situazione. Ecco, andare al Colosseo quando ci sono 43 gradi non è consigliabile, soprattutto per una persona anziana». Da lì, probabilmente, uniti arbitrariamente i puntini, si è cominciato ad ipotizzare provvedimenti estremi anche in casa nostra. Voci che oggi, però, il ministro ha destituito di fondamento. Ridimensionando allarme e allarmisti, pur rinnovando la linea di una guardia alta sull’emergenza.

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