Concita De Gregorio: la sinistra che ripiega sul politicamente corretto è destinata a perdere

7 Lug 2023 16:38 - di Redazione

E’ un j’accuse “delicato” quello di Concita De Gregorio oggi sulla Stampa. Ma si fa notare. Certi eccessi ideologici dettati dal politicamente corretto – avverte la giornalista – spiegano perché la sinistra non vincerà per molti anni. Non solo infatti si rende antipatica, come scrisse Luca Ricolfi affrontando lo stesso tema. Ma si pone contro il buon senso. E questo ha un peso nelle urne. Rilevante.

Concita De Gregorio racconta tre episodi, di cui è venuta a conoscenza in Francia. Al suo ritorno in Italia li fa sapere ai lettori e spiega: “lì si annida il seme dell’autodistruzione. Sempre della sinistra, dico”.

Non toccate i bambini perché può essere una molestia

Il primo episodio. “In una celebre e dalle famiglie ambitissima scuola di danza del Marais, quartiere roccaforte delle élite progressiste parigine, i genitori dei piccoli danzatori hanno fatto richiesta al dirigente scolastico che gli insegnanti non istruiscano bambini e adolescenti ai giusti movimenti toccandoli con le mani, ma con un bastone. La ragione, avrete forse intuito, è che toccare un bambino o una bambina per accompagnare, poniamo, un «pliage» può configurarsi come molestia sessuale”.

Se dici a una ragazza con la chioma afro di legarsi i capelli sei razzista

Secondo episodio. “Lezione di teatro in un istituto superiore di belle arti. Già da un paio d’anni gli insegnanti sono tenuti a presentarsi alla classe declinando la loro identità sessuale di genere e di origine.  Al momento di fare la foto di gruppo degli alunni un docente (cisgender, eterosessuale, maschio, di origine anglosassone: quattro catteristiche molto mal viste) chiede a un’allieva di raccogliersi i capelli in una coda dal momento che la sua magnifica sontuosa chioma afro espandendosi in orizzontale copriva completamente i volti dei compagni alla sua destra e sinistra. La ragazza chiede cos’hanno i miei capelli che non va. Il prof ripete che coprono i volti dei suoi compagni. La ragazza anima alla rivolta la classe, il prof dice: c’è un equivoco. La classe mormora e si rivolta. Il prof incredulo racconta di avere una fidanzata somala e di non essere razzista. La classe si rivolge alla preside, che chiede al prof di scusarsi con una lettera pubblica. Il prof va a parlare con la preside chiedendole se per caso non sia impazzita, non siamo tutti impazziti, ostaggio di sedicenni arroganti. La preside gli chiede le dimissioni volontarie, in alternativa alla lettera”.

La femminista dice alle donne di non portare il velo? E’ islamofoba

Terzo episodio. “Una importante e celebre polemista femminista, senza il minimo dubbio di sinistra, sostiene la libertà delle donne islamiche di non portare il velo. Attenzione: non. Di portarlo, liberissime, e di non portarlo, altrettanto libere. La sinistra politica la accusa di islamofobia”.

Gli aneddoti raccontati dalla De Gregorio si commentano da soli. Sono frutto di un isterismo ideologico che è frutto di politicamente corretto e di cultura woke. Sono i nuovi tribunali che sorvegliano i nostri gusti, le parole, le letture, gli scritti. Qualcosa che alla maggioranza sta profondamente sulle scatole. Per questo non votano a sinistra, o non votano più. E anche Concita De Gregorio alla fine ha dovuto prenderne atto.

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